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Il sogno di Passaro a Roma, dalle qualificazioni al terzo turno. Sfiderà Borges

Ha ricevuto l’invito per il Foro Italico, per le qualificazioni. Francesco Passaro è numero 240 del ranking Atp, dopo aver visto da vicino la top 100 nel febbraio del 2023. Si è fermato al numero 108. Poi una serie di infortuni e la fiducia che ha vacillato. Ha sfruttato l’occasione,  vincendo prima contro l’americano Kovacevic e poi contro il serbo Ajdukovic. È iniziato così il sogno agli Internazionali d’Italia. Il Masters 1000 di Roma è in diretta su Sky Sport e in streaming su NOW

Francesco Passaro veniva da piccolo al Foro Italico con il suo circolo, in pullman da Perugia. Andava a caccia di autografi come ogni bambino. Oggi chiedono a lui gli autografi. Ha realizzato uno dei suoi sogni, vincere la prima partita nel tabellone principale di Roma. E poi ne ha vinta un’altra. Una bella spinta, per il ranking, virtualmente è numero 184, e per il morale. Dopo un periodo non facile. Colpa di qualche infortunio e della troppa pressione. Troppa la voglia di entrare nella top 100 e per un ragazzo giovane trovare l’equilibrio giusto tra sogni e focus sul lavoro non è così semplice. 

Gli inizi della carriera

Francesco Passaro comincia a giocare a tennis a sei anni, nel circolo vicino casa. Fino a nove anni gioca sia a tennis che a calcio, poi sceglie la racchetta. I suoi idoli erano Del Potro, per quel diritto che lo lasciava a bocca aperta, e Roger Federer per la sua classe ed eleganza. Da Nadal ha imparato la lezione del non mollare mai. Quello che sta dimostrando proprio in questi giorni romani. Il suo primo maestro è Roberto Tarpani, che ancora oggi è al suo fianco. Presto ha scoperto le sue qualità, servizio, diritto e forza fisica. Ma tra i due non è mai stata solo una questione di colpi. Tarpani lo ha fatto crescere sia come giocatore che come persona. E se il piccolo Francesco lanciava la racchetta e non si comportava bene, finiva fuori dal campo. Hanno lavorato sul rovescio trasformandolo in un colpo più sicuro e più efficace. Tarpani voleva impostarlo a una mano ma Francesco ha preferito restare con il rovescio a due mani. Da migliorare il gioco a rete ma un po’ tutto. Perché come insegnano i campioni, si può sempre migliorare. Che tipo di giocatore è Passaro? Non difensivo e non troppo offensivo. Si auto definisce un contrattaccante. Solido da fondocampo e quando ha l’occasione cerca di fare male all’avversario.

La passione per l’Inter

Con il suo maestro condivide la stessa passione per l’Inter. Alle Next Gen 2022 arrivò dalla sua squadra del cuore la maglia numero 10 di Lautaro Martinez. Un regalo che porta sempre con se come porta fortuna e che un giorno spera di indossare in campo, quando vincerà il suo primo titolo Atp. 

L’esplosione e il sogno top 100

Prima del suo amico Arnaldi, ma anche prima di Cobolli, Darderi e Nardi, Passaro sembrava dovesse entrare tra i primi 100 del mondo. Dobbiamo tornare indietro nel tempo, al 2022. La finale del Challenger di Sanremo contro Rune che dopo pochi mesi sarebbe entrato nella top 10. Ha avuto la palla del 5-2 nel terzo set prima di perdere 6-4. Perse altre due finali, a Forlì contro Musetti e a Milano contro Coria prima di vincere il suo primo titolo Challenger a Trieste con il successo contro il cinese Zhang, suo avversario anche nella sua prima vittoria Atp, a Firenze. Un anno così intenso non poteva non chiudersi con la partita più lunga alle Next Gen Atp Finals, 2 ore e 38 minuti, contro Matteo Arnaldi. Vittoria di Passaro 4-3 2-4 3-4 4-3 4-3. I buoni risultati di inizio 2023 lo lanciano al numero 108 del ranking. 

Infortuni e incertezze

La top 100 è il sogno di ogni tennista. Se la vedi così da vicino può diventare un’ossessione. La partita diventa una questione di punti, quelli del ranking. È uno dei motivi che rende Jannik Sinner così speciale. Il ranking è un numero. Parole dette anche quando era vicino a diventare numero 2 del mondo. La crescita e il miglioramento, frutto del lavoro quotidiano, è sempre stato l’obiettivo principale del campione con i capelli rossi. La crescita di Passaro si è inceppata anche perché aveva perso di vista proprio questo obiettivo. Si sono messi in mezzo anche gli infortuni, con tre distorsioni alla caviglia, per fermarlo e spingerlo sempre più giù. Chiude così il 2023 da numero 200 Atp.

La off-season con Sinner

Una telefonata può cambiarti la vita. Sinner invita Passaro ad Alicante per allenarsi con lui nella off-season. Hanno la stessa età, entrambi classe 2001, ma a dividerli esperienza, maturità e naturalmente i risultati. Sono giorni da ricordare. Hanno lavorato tanto, con Sinner non poteva essere diversamente. Hanno parlato delle loro esperienze e c’è stato anche il tempo per divertirsi. Normale per due ragazzi di 22 anni. E così per due volte si sono sfidati sui Go-Kart e indovinate. Anche lì ha vinto Sinner. 

Aria di Internazionali d’Italia

La qualificazione al main draw di Roma ha sicuramente dato la scossa a Passaro. Prima del Foro Italico, aveva collezionato solo due partite Atp in questo 2024. A Santiago del Cile, dove aveva ricevuto una wild card ed è uscito al primo turno contro lo spagnolo Martinez. E a Monaco di Baviera, dove è entrato in tabellone attraverso le qualificazioni ed è uscito subito contro il tedesco Moelleker. Anche a Roma si è dovuto meritare il main draw ma non è finita qui. Al primo turno ha sconfitto in rimonta il francese Rinderknech, numero 73 Atp. 6-7 7-5 7-6 in 3 ore e 14 minuti. Ancora meglio al secondo turno in cui il livello si alzava contro il numero 26 del mondo, l’olandese Griekspoor. Dopo aver perso il primo set 6-4 in pochi forse avrebbero scommesso su Passaro che invece si sta specializzando nelle rimonte e alla fine ha ribaltato la partita aggiudicandosi 7-5 il tiebreak del terzo set. Con questo risultato Passaro ha guadagnato 56 posizioni nel ranking ed è virtualmente numero 184. Gli ottavi di finale lo farebbero salire addirittura a numero 161. Ma Passaro ha capito che guardare troppo in là può essere pericoloso. Non si deve pensare al ranking e ai numeri ma al lavoro e al presente. Il suo prossimo avversario sarà il portoghese Nuno Borges, 53 Atp. Un’altra partita in cui parte da sfavorito. Non ci sono precedenti. Entrambi proveranno a sorprendere l’altro. Quello che si può prevedere è l’atmosfera e il tifo, tutto per l’azzurro.

Parola al coach: “Deve avere consapevolezza del suo gioco”

Roberto Tarpani ci aiuta a capire le sensazioni di Francesco Passaro prima che iniziasse il torneo di Roma e quelle di oggi, alla vigilia del terzo turno.

Come stava Francesco prima del torneo?

Francesco è arrivato a Roma abbastanza fiducioso. Era un periodo in cui i risultati non arrivavano. Due settimane fa al Challenger di Roma dicevo a tutti che stava giocando veramente bene. Colpiva la palla benissimo, stava ritrovando il suo tennis e poi questa settimana si è incanalato un pochino tutto per il verso giusto ma soprattutto per la sua disponibilità ad accettare le difficoltà.

Come si sentiva e cosa ti diceva quando siete arrivati?

Era tranquillo. Lui non è uno che parla tantissimo, adesso ultimamente di più perché sta crescendo anche da quel punto di vista. Quindi espone un pochino più le sue sensazioni, i problemi che lo affliggono. Ognuno ha il suo percorso, c’è chi matura prima e chi matura dopo. Noi dobbiamo avere la pazienza necessaria di aspettarlo perché le qualità sono all’occhio di tutti però oltre a quelle è normale che ci vogliono anche risultati per crescere, per migliorarsi. Sicuramente le vittorie aiutano a vincere.

Il terzo turno a Roma è un ottimo risultato. Devi tenerlo con i piedi per terra o è tranquillo?

 

È sempre lo stesso ragazzo, sia nel bene che nel male, quello che è importante che si abbia equilibrio. Serve avere equilibrio generale, fa parte della maturità della persona. È importante la crescita come persona, più che di tecnica. Perché tecnicamente si nota che sta migliorando. Per me sta migliorando al di là dei risultati, sta migliorando come persona, come ragazzo, quindi questa è la cosa che sinceramente mi interessa più di tutti. La vittoria deve aiutare per la consapevolezza del giocatore, non deve cambiare la persona perché se la vittoria cambia la persona, vuol dire che la sconfitta la cambia ugualmente e non è questo l’obiettivo. La vittoria deve aiutare nella consapevolezza che stiamo facendo un lavoro giusto, che siamo nella direzione giusta. Ma la persona deve rimanere sempre uguale: umida, tranquilla, educata, se no non ci siamo per come la penso io.

Dopo queste due vittorie ha vinto la felicità o l’occhio lucido?

Per me, per il rapporto che ho con lui, più l’occhio lucido. Noi non siamo un coach e un giocatore, siamo quasi tutt’uno perché da quando siamo insieme è una crescita continua sia per me come suo allenatore che per lui.

Cosa gli dirai prima di entrare in campo contro Borges?

Non lo so. Ancora non abbiamo parlato della partita, quindi non so ancora che dire. Non abbiamo una routine. Parliamo della partita, dell’avversario. La cosa che ultimamente gli sto dicendo è che comunque deve avere la consapevolezza del suo gioco senza pensare troppo all’avversario. Deve continuare a fare il suo gioco e basta.

 

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