Il mondo del tennis sta vivendo una vera e propria rivoluzione finanziaria grazie all’imponente ingresso in campo dell’Arabia Saudita. Dopo aver assicurato le NextGen Finals, che faranno il loro debutto nel paese alla fine di questa stagione, e avendo quasi in tasca le WTA Finals a partire dal prossimo anno, il regno saudita non si ferma e punta a un ulteriore colpo da maestro: l’aggiunta di un nuovo evento Masters 1000 nel circuito maschile.
Le trattative sono in corso e sembra che vi sia una concreta apertura da parte degli organi dirigenti del tennis maschile a contemplare questa novità nel calendario. Se le intenzioni dovessero concretizzarsi, a partire dal 2025, il panorama tennistico assisterebbe alla nascita del primo Masters 1000 saudita. Questo torneo, che si prefigura come un evento “combined” con un WTA 1000, potrebbe essere inserito nella prima settimana di gennaio, concludendosi una settimana prima dell’inizio dell’Australian Open.
La creazione di questo nuovo torneo potrebbe però segnare la fine della United Cup, competizione introdotta nel calendario soltanto nel 2023. Questo cambiamento di rotta dimostra un chiaro segno di come le dinamiche economiche influenzino fortemente il calendario internazionale del tennis, ridefinendo le tradizioni e forse, in questo caso, mettendo fine ad eventi significativi.
Inoltre, il 2025 si prospetta come un anno di grandi trasformazioni per il calendario ATP. Seguendo l’esempio di Madrid, Roma e Shanghai, che già quest’anno hanno ampliato la loro durata a due settimane, anche i prestigiosi Masters 1000 di Cincinnati e del Canada si evolveranno per offrire più spazio di gioco e intrattenimento. Una mossa, questa, che potrebbe rivelarsi un boomerang: da un lato aumenta l’attrattiva e l’esperienza per giocatori e fan, dall’altro rischia di appesantire un calendario già molto denso, mettendo alla prova la resistenza e la forma degli atleti.
Quel che è certo è che il tennis come lo conosciamo sta cambiando volto, e l’Arabia Saudita sembra decisa a diventarne uno dei protagonisti principali, cambiando forse per sempre l’assetto dei tornei e l’approccio al gioco. Resta da vedere come reagiranno i fan e i giocatori a queste innovazioni, e quali effetti avranno sullo sport a lungo termine.
Francesco Paolo Villarico