Sfide di prestigio per Sinner e Arnaldi, opposti negli ottavi a Zverev e Alcaraz. Sullo sfondo c’è un possibile quarto di finale da sogno, tutto italiano. Gli US Open sono in diretta su SuperTennis, canale 212 del telecomando Sky
I PRECEDENTI TRA ALCARAZ E GLI ITALIANI
Per la gloria, per l’apoteosi, per il derby. Per vedere Jannik Sinner contro Matteo Arnaldi ai quarti di finale degli US Open, uno contro l’altro. Per colorare New York di azzurro, un azzurro sempre più brillante. Per spegnere la tenacia di Alexander Zverev e l’esuberanza di Carlos Alcaraz. Il lunedì newyorkese parla italiano, per due sfide, tra titani la prima, “green” la seconda, che infiammeranno l’Arthur Ashe .
Sinner-Zverev, una sfida dal sapore vintage
Sinner e Zverev non sempre si sono amati, sicuramente si conoscono, indubbiamente si rispettano – come dimostrano gli allenamenti insieme, l’ultimo non meno di un mese fa, a Toronto, poco prima che il numero 1 d’Italia vincesse il primo Masters 1000 in carriera. Il loro ottavo di finale già suona come una finale anticipata tra i due più accreditati per disturbare il triumvirato Alcaraz-Djokovic-Medvedev. I precedenti sorridono a Sascha, che ha vinto tre volte su quattro, di cui due sul cemento, ma il ranking dà ragione a Jannik che con una vittoria entrerebbe in top 5 virtuale, Rublev e Fritz permettendo. Occhio anche alle sfide a livello Slam: 1-1 il bilancio, con l’italiano che ha vinto al Roland Garros nel 2020 e con il tedesco che ha risposto agli ottavi di finale proprio a Flushing Meadows, nel 2021, ai tempi in cui non sapeva più perdere dopo la splendida medaglia d’oro alle Olimpiadi di Tokyo.
L’equilibrio regna anche nel modo in cui entrambi arrivano alla partita. Se Sinner sembra leggermente più pronto fisicamente e più avvezzo a sfide di questa latitudine, almeno nel 2023, Zverev ha fame non soltanto di vittorie, ma anche di fiducia. Un anno fa il tedesco si procurava un edema osseo al piede destro, la cui caviglia era già martoriata dalla rottura di sette legamenti, nel tentativo di forzare un rientro oggettivamente impossibile. Un anno dopo, esorcizzato lo spettro di un’uscita dalla top 70 con una semifinale miracolosa in quel Roland Garros che gli aveva tolto tutto, Sascha è in procinto di irrompere di nuovo in top 10, in versione 2.0, meno di ritmo e più di variazioni. Il punto giocato dal tedesco sul 6-6 nel tiebreak del secondo set contro Dimitrov è il manifesto di quanto un infortunio terribile possa trasformarsi in molla per avere il coraggio di cambiare – e migliorare: servizio a uscire, più piazzato che potente, back in attacco di rovescio staccando la mano dopo aver fintato la chiusura di rovescio, volee di dritto angolata in sicurezza e lungolinea di rovescio in contropiede giocato da posizione proibitiva.
Dovesse interpretare così la partita, Sascha potrebbe generare più di un dubbio in uno Jannik che, proprio come lui, ha avuto la voglia e l’entusiasmo di migliorarsi, aggiungendo al proprio repertorio una smorzata sempre più naturale e non disdegnando le discese a rete direttamente dopo il servizio. Se un anno e mezzo fa, dopo il quarto di finale di Monte-Carlo, vinto da Zverev al tiebreak del terzo set, con Sinner che sbagliò un dritto comodo sul 5-5, ci avessero detto di aspettarci spettacolo da una partita tra Sascha e Jannik, avremmo scommesso su scambi martellanti da fondocampo. E invece, oggi, quasi possiamo sognare una sfida dal sapore vintage.
Arnaldi, la sfida da sogno con Alcaraz
Se Sinner parte leggermente favorito contro Zverev, il compito di Arnaldi sembra ben più proibitivo. I primi tre turni di Alcaraz agli US Open ci hanno dimostrato, se mai ci fossero dubbi, che più di eventuali lacune tattiche o di tremori e pressioni dovute dal dover difendere il primo Slam vinto in carriera, il nemico di Carlitos a New York non è altro che Carlitos, con quei piccoli vuoti di attenzione, visti soprattutto contro Evans, che sono comunque facilmente perdonabili a un ventenne – straordinario, ma sempre ventenne.
Proprio in questi vuoti dovrà insinuarsi Matteo, che dovrà rimanere nello scambio il più possibile, correre con generosità da destra a sinistra e verso in avanti e “sfidare” Alcaraz su un terreno “scivoloso” come la mobilità sul cemento. Arnaldi è alla prima stagione nel circuito ATP, ma, mese dopo mese, dimostra di avere personalità da veterano, entusiasmo di chi si diverte e tanta velocità nell’apprendere dalle sconfitte. Comunque vada il primo ottavo di finale Slam in carriera, Matteo coronerà una stagione di prime volte: dal debutto in top 100 al primo successo contro un top 5 a Madrid contro Ruud, fino alla prima sfida contro il numero 1 ATP che vale l’ingresso in top 50. E, magari, anche un altro piccolo traguardo raggiunto, nella New York che è una giungla dove i sogni diventano realtà.
Gli altri ottavi di finale
La parte alta di tabellone si completa con altri due ottavi di finale da monitorare. Il campione agli US Open 2021, Daniil Medvedev affronta Alex de Minaur, che vuole tornare nei quarti di finale di un Major per la prima volta dopo tre anni esatti, dall’edizione 2020 di Flushing Meadows giocata in tempi di Covid-19. I precedenti dicono 4-2 per il russo, ma l’australiano ha vinto gli ultimi due, al secondo turno di Parigi Bercy, nel 2022 e nei quarti di finale a Toronto nel 2023, neanche un mese fa. Le recenti vittorie dimostrano come “Demon” abbia trovato il grimaldello per scardinare la difesa esasperata di Daniil: back d’attacco e discese a rete. Funzionerà anche a Flushing Meadows. Agli scaramantici gioverà sapere che anche un anno fa Medvedev aveva trovato agli ottavi di finale lo stesso australiano che era riuscito a eliminarlo a Montreal, ossia Kyrgios. Neanche a dirlo, l’istrionico Nick eliminò Daniil anche a Flushing Meadows.
Altrettanto insidiosa la sfida tra Andrey Rublev e Jack Draper. Il russo cerca il nono quarto di finale Slam in carriera, per sfatare finalmente quel tabù chiamato “semifinale”. Il britannico, invece, è tornato ad alti livelli dopo una stagione diventata un calvario per i tanti infortuni – soprattutto agli addominali. I precedenti dicono 2-0 per Rublev, ma Draper ha un conto in sospeso con New York: un anno fa eliminò Auger-Aliassime al secondo turno, ma poi fu costretto ad alzare bandiera bianca contro Karen Khachanov, neanche a dirlo, per infortunio. Che sia l’ora di chiudere il cerchio?