Brillano gli occhi a Camila, come quella notte a Montréal: perché 561 giorni dopo le lacrime di gioia per il trionfo nel Masters 1000 canadese torna finalmente a risplendere la stella della marchigiana, regina della prima edizione del WTA 250 di Merida (montepremi 259.303 dollari), nel mitico Yucatàn. L’azzurra dipinge tennis sul cemento messicano, nella terra di Frida Kahlo: le sue pennellate sono intense e violente, fatali alla svedese Rebecca Peterson, sconfitta 7-6, 1-6, 6-2 in due ore e 25 minuti di gioco. Il quarto titolo in carriera per la 31enne di Macerata, alla sua decima finale: un successo che la proietta in una settimana dalla 68^alla 46^posizione, seconda italiana del ranking alle spalle di Martina Trevisan (n.25) e davanti a Elisabetta Cocciaretto (n.49), eliminata ai quarti dalla ceca Katerina Siniakova (poi battuta dalla Giorgi in semifinale). Era il quarto precedente con la 27enne di Stoccolma, proveniente dalle qualificazioni e sbarcata da n.140 del circuito sulla penisola dorata del glorioso Impero Maya: l’ultimo a Palermo, nel 2020, l’unico successo della scandinava contro l’italo-argentina, tornata irresistibile in Messico dopo un anno e mezzo di bocconi amari, tra infortuni e troppe voci ‘extra’ campo. Non aveva concesso mezzo set, prima della finale, liquidando (nell’ordine): l’egiziana Mayar Sherif, la spagnola Nuria Parrizas Diaz, addirittura con un doppio ‘bagel’ (6-0, 6-0!) la statunitense Sloane Stephens, vincitrice degli US Open nel 2017.
Giorgi-Peterson: il racconto della finale
Camila è una furia nel primo set: chirurgica con il rovescio, lungolinea a velocità supersonica, risposte profonde e ‘saette’ di controbalzo che tramortiscono l’avversaria. Glaciale fino al settimo game, quando sembra sciogliersi sul più bello: la maceratese subisce il break del 4-3, ma si riprende il servizio del 5-5 rimontando dal 30-0 con quattro punti consecutivi e chiudendo la pratica al tie-break (il terzo del torneo, sempre a segno). Senza storia il secondo parziale, il primo perso dalla Giorgi in Messico: dominato dal dritto della rivale, che copre bene ogni angolo e affonda 6-1 con due ace consecutivi. Il terzo si apre sul copione del precedente, ma sul 2-0 della Peterson l’ex numero 26 del mondo riprende la marcia, trionfale: rialza la percentuale di prime (alla fine saranno il 70% contro il 65 della svedese, con 40 vincenti a 22) e infila 6 giochi in serie. “Atmosfera splendida, è stata un’esperienza fantastica – le sue (poche) parole al termine del match – sono molto, molto felice”. Con un pensiero speciale per papà Sergio, che è anche il suo allenatore: “Dedico a lui questo titolo”.