Estate o autunno è sempre l’Azzurro a farla da padrone: Sonny Colbrelli si prende la Parigi-Roubaix battendo allo sprint il super favorito Van der Poel riportando un successo che all’Italia mancava da 22 anni, dalla vittoria di Andrea Tafi nel 1999. Sfortunato Gianni Moscon, in testa fino a 30 km dall’arrivo, tradito da una foratura. Come quasi sempre è successo nella sua gloriosa storia, la Parigi-Roubaix è stata una gara ad eliminazione diretta: la regina delle Classiche – cancellata nel 2019 e slittata da aprile a ottobre a causa della pandemia – ha offerto emozioni e spettacolo, cadute, pioggia e fango, protagonisti assoluti per 257 chilometri, di cui 55 di pavé. E tra le ‘maschere’ più belle e combattive di questa 118^ edizione quelle di Moscon (5° nel 2017) e Colbrelli, al debutto all’Inferno del Nord: il trentino è stato nel gruppetto di fuga dall’inizio, è sopravvisssuto al durissimo e iconico Arenberg, scappato in solitudine sul Mons-en-Pévèle, ai -50, sfidando pietre e pozzanghere, inseguito proprio dal campione d’Italia e d’Europa, Vermeersch e Van der Poel. Più forte della foratura alla ruota posteriore ai 30 dall’arrivo, quando aveva un vantaggio di un minuto e mezzo, il ‘trattore’ della Ineos resiste eroicamente al ritorno del terzetto ma deve arrendersi a una quindicina di km dall’arrivo nel velodromo di Roubaix. Al suono della campana scatta la volata, con la zampata finale di Sonny che scoppia in un pianto liberatorio: è la Parigi-Roubaix, bellezza!
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