Peter Sagan se non altro potrà andare a dormire senza essere attanagliato dai sensi di colpa. Nella tavola altimetrica quasi perfetta da Sant’Elpidio a Rimini, cui solo un GPM a Monta San Bartolo fa da reale soluzione di continuità, lo slovacco non impegna i suoi uomini della Bora nella chiusura della fuga di giornata. Quindi, dopo la splendida impresa di Tortoreto, lo slovacco torna secondo. Lo sprint lo vince Arnaud Demare, e la cosa non fa notizia, visto che di questi tempi, ogni volta che vede un rettilineo, il francese fa il vuoto. Poker di vittorie, i transalpini non riuscivano a vincere tanto in una edizione del Giro dai tempi di un certo Bernard Hinault. “Una vittoria eccezionale davvero, è la mia quarta in questo Giro d’Italia. I miei compagni di squadra hanno fatto un lavoro immenso per portarmi alla fuga. Piano piano abbiamo rimontato, sono felicissimo. Jacopo Guarnieri? Lui mi conosce bene, mi chiede sempre come sto durante le varie tappe”.
Oltre a Sagan, Demare mette in riga terzo Hodeg e Simone Consonni, due che in quella posizione non ti aspetti. Hodeg è il colombiano alternativo Gaviria: il buon Fernando però si pianta, cosa che di questi tempi gli sta capitando un po’ troppo spesso. Consonni è lì al posto di Elia Viviani. La gara del veneto viene infatti pregiudicata nei pressi di una rotonda: lo tampona una moto dell’organizzazione scaraventandolo a terra e costringendolo, scortato dai compagni della Cofidis, ad una affannosa quanto dispendiosa ricorsa. Intendiamoci, Viviani non vince da oltre un anno e difficilmente con questo Demare avrebbe interrotto la serie. Però va detto che tra borracce e motociclette, al netto delle accuse sugli hotel fatta da van Emden, questo Giro ha parecchi problemi di sicurezza.
<<La cronaca della tappa>>
Tappa dall’evoluzione tutto sommato interessante nonostante un percorso tranquillo per gli uomini di classifica (a proposito, Almeida resta in maglia rosa). Va via una fuga di cinque uomini. Il tema e giovani contro ‘esperti’: tra i primi Bais, Romano e Mazzucco. Con loro il belga Armée (in bacheca anche una tappa alla Vuelta di Spagna) ed uno abituato ad azioni del genere come Frapporti. Dietro lavorano solo UAE (per Gaviria) e Groupama Fdj, e forse per questo che la fuga mantiene speranze di riuscita fino all’ultimo. Resiste Armée: un minuto e mezzo ad una quindicina di km dall’arrivo. La proiezione lo vede raggiunto in extremis, lui cede un po’ prima, stremato dalla lunga azione.
ORDINE D’ARRIVO
1. Arnaud Demare (Fra, Groupama-FDJ) in 4h03’52”
2. Peter Sagan (Svk, Bora-Hansgrohe) s.t.
3. Alvaro Jose Hodeg (Col, Deceuninck-Quick Step) s.t.
4. Simone Consonni (Ita) s.t.
5. Rick Zabel (Ger) s.t.
6. Nico Denz (Ger) s.t.
7. Fernando Gaviria (Col) s.t.
8. Stefano Oldani (Ita) s.t.
9. Jacopo Mosca (Ita) s.t.
10. Elia Viviani (Ita) s.t.
CLASSIFICA GENERALE
1. Joao Almeida (Por, Deceuninck-QuickStep) in 43h41’57”
2. Wilco Kelderman (Ned, Sunweb) a 34″
3. Pello Bilbao (Esp, Bahrain-McLaren) a 43″
4. Domenico Pozzovivo (Ita) a 57″
5. Vincenzo Nibali (Ita) a 1’01”
6. Patrick Konrad (Aut) a 1’15”
7. Jai Hindley (Aus) a 1’19”
8. Rafal Majka (Pol) a 1’21”
9. Fausto Masnada (Ita) a 1’36”
10. Hermann Pernsteiner (Aut) a 1’52”