Nettamente superata dal Barcellona, l’Armani ha comunque già accumulato un piccolo tesoro in chiave playoff
19 punti e 10 assist per James
Con il senno di poi quel pallone rubato da Mike James per la schiacciata del 25-19 al 9° minuto, oltre che far saltare sul divano tanti tifosi, è stato anche il canto del cigno dell’Olimpia contro il Barcellona. Da lì in avanti, infatti, l’Armani è andata incontro alla sua prima imbarcata, o se preferite im(Barca)ta, di Eurolega: senza grandi alternative per le scontate assenze di Nedovic e Della Valle e per l’abulica serata di Bertans (virgola in 19’ sul parquet e con solo due tiri tentati), l’attacco milanese è infatti finito rapidamente in tilt e la difesa non è riuscita a contenere un passivo che ha raggiunto il – 20 alla terza sirena (74-54) e quindi si è dimezzato (90-80 finale) solo perché nell’ultima frazione i padroni di casa hanno mollato un po’ la presa forse anche pensando all’imminente “clasico” di ACB con il Real Madrid.
Sicuramente affaticata dalle tre partite in cinque giorni (ma perché allora non chiedere minuti anche a Burns e Fontecchio, ancora una volta spettatori di primissima fila?), l’Olimpia ha pagato anche e soprattutto le mosse di coach Pesic per far sì che il professor Micov non potesse tenere una lezione magistrale anche davanti ai 5.239 spettatori del Palau Blaugrana come fatto 48 ore prima al Forum contro il Baskonia (top-scorer con 22 punti, più 3 assist). Isolato il serbo (6 punti in 24’, con 2/8 al tiro, 2 rimbalzi e nemmeno un assist), il gioco dell’AX ha immediatamente perso di lucidità a dispetto di un infaticabile James in encomiabile doppia doppia (19 punti e 10 assist in 36’ di impiego) e di un Jerrells non precisissimo (3/9 al tiro), ma comunque in doppia cifra (10 punti) e più concreto che in altre occasioni (2 assist, 2 rimbalzi e 10 di valutazione complessiva).
A pagare dazio contro il Barcellona è stato poi ancora di più il reparto lunghi, con il solo Brooks (17 punti, 7 rimbalzi in 24’) a regalare vera energia, mentre Gudaitis (13 punti, 6 rimbalzi, 2 assist) ha duellato a lungo alla pari e anche qualcosa di più con Tomic (12 a referto, con 4/5 dal pitturato), ma è parso in netto calo fisico come già accaduto contro il Baskonia. Anche perché non ha praticamente potuto mai contare sul cambio di Tarczewski, nel cui tabellino brillano solo i 5 falli (con zero punti e 2 rimbalzi) in 11’ di impiego e nella cui testa stanno forse ancora rimbombando le urla di una plateale ramanzina inflittagli da coach Pianigiani.
Per quanto netta nella dinamica, la sconfitta contro Heurtel (mvp con 20 punti in 21’, più 6 assist) e compagni non è comunque destinata a lasciare tracce. Anche se impone all’Olimpia di ritrovare subito le risorse, fisiche più che mentali, per aggiungere fieno in cascina in questa prima parte di stagione europea. Se la vittoria al Pireo contro l’Olympiakos è stata preziosa soprattutto per avere consapevolezza delle proprie forze, quelle esterne sul campo del Buducnost (dov’è appena scivolato niente meno che il Cska) e del Darussafaka e quelle interne con Efes, Khimki e Baskonia sono il vero tesoro da accrescere. Punti frutti di un abbrivio iniziale che alla fine potrebbero valere anche doppio in classifica, cioè risultare determinanti in chiave playoff, e che trovano il loro eguale in quelli in palio nell11a giornata, dopo la difficile trasferta di Kaunas, nella sfida interna con Gran Canaria del 6 dicembre. Periodo di ponte sotto la Madonnina, ma in cui l’Armani avrà bisogno della spinta di un Forum che – come peraltro già accaduto con l’Efes – deve imparare a riempirsi non solo per i match contro le big d’Europa.
E Forum che proprio come accaduto contro il Baskonia (dopo qualche brusio iniziale) deve continuare nella terapia di recupero di Kuzminskas (10 punti nell’ultima uscita), che nella nostra immaginazione sta sempre più assumendo le sembianze di un cestistico Charlie Brown. Capace anche contro il Barcellona di sbagliare sul 79-64 un elementare layup che avrebbe potuto almeno in parte far girare l’inerzia del match nell’ultimo quarto, proprio come il celebre personaggio dei Peanuts sul campo da baseball il lituano è in realtà impagabile per la voglia di dare il suo contributo alla squadra, certificata anche dagli autorimproveri che si infligge in campo dopo ogni errore. A chi ama lo sport aiutare uno così non deve e non può allora che venire istintivo come applaudire le prodezze di Mike James, al momento secondo miglior marcatore di Eurolega con 19.1 punti a partita dietro la mitragliatrice Alexey Shved (25.2 di media ed mvp dell’ultimo turno) e anche terzo nella classifica degli assist (7.3), alle spalle sempre di Shved e del leader Calathes, che nel Panathinaikos ne sforna 8.2 a incontro.
Paolo Corio