ROMA – Come lo scorso anno. Non un euro in più. Non un euro in meno. La Giunta Coni di oggi, che si è tenuta per la prima volta a Reggio Calabria, ha distribuito alle 44 Federazioni i contributi “parte sportiva” per il 2019. In totale, 145 milioni (in più, a parte, ci sono gli stipendi). In un momento di attacco frontale con il governo, per la riforma dello sport, Giovanni Malagò ha preferito non cambiare nulla. Cerca il consenso delle sue Federazioni: sa che alcuni presidenti (Gravina, Binaghi e Barelli soprattutto) non gli sono certo amici, altri (anche importanti) si nascondono in attesa di capire se in futuro ci guadagneranno.
Per questo non ha modificato la ripartizione: si è salvato anche il calcio che anni fa prendeva 80 milioni e che lo scorso anno era sceso a 30. Resta a 30 milioni, di sicuro la Federazione più ricca col 20,85 per cento del totale. Malagò è sotto tiro, con Giorgetti lo scontro ormai è quotidiano: in futuro il n.1 del Coni potrebbe perdere potere, ma non si arrende, è un lottatore, contesta la riforma, spera in aggiustamenti in extremis.
Per questo, in un momento così delicato, gli è sembrato giusto non spaccare il suo mondo, non crearsi eventuali nemici. Chissà, se il Malagò di un anno fa si sarebbe comportato così? Non è stato tenuto conto dei risultati sportivi (il calcio da anni non vince nulla e da due edizioni non si qualifica nemmeno per i Giochi, il nuoto agli Europei ha vinto 39 medaglie …). Si è preferito congelare la situazione, in attesa magari di tempi migliori. Dopo il calcio, la Federazione che percepisce di più è quella del nuoto (Fin) con 6,912 milioni davanti all’atletica leggera (Fidal) con 6,445 e dagli sport invernali (Fisi) con 5,679. Seguono Federciclismo (5,461), Federscherma (5,100) e Federvolley (4,973), poi arti marziali (4,851) e Federtennis (4,293). Chiude la top ten la Federbasket (4,194).
La Figc ha fatto filtrare soddisfazione per la decisione della Giunta, qualcuno temeva un ulteriore taglio. Il Coni ha tenuto presente il confronto tenuto nelle ultime settimane col presidente Gravina, e questo in via Allegri è stato apprezzato. “I finanziamenti sono rimasti immutati perche in questo contesto, in questo clima qualunque cosa poteva sembrare fuori luogo in virtù del fatto che per il 2019 e ancora il Coni a dare i finanziamenti ed al momento se rimanesse quella norma nel 2020 si cambierà. Quindi non ci sembrava giusto rischiare di creare equivoci o scontenti”, il pensiero di Malagò. “C’e stato anche rispetto delle sollecitazioni avute dal sottosegretario Giorgetti, a dimostrazione che c’e la piena disponibilita a lavorare senza creare litigi o fratture” ha concluso Malago.
Sul tema riforma del Coni e sull’attacco di Giorgetti ai troppi soci Aniene, Malagò ha risposto così: “Non voglio far polemica, assolutamente. E’ per me il momento di evitare di farne, e cercare di individuare un percorso che sia, secondo il nostro punto di vista, giusto e utile per lo sport nel rispetto sacro, come deve essere, delle istituzioni”. Intanto oggi Giorgetti ha ricevuto a Palazzo Chigi il presidente della Federscherma, la disciplina che ha vinto più medaglie olimpiche. Giorgio Scarso è uno dei primi che ha parlato sulla riforma, con toni critici. Adesso, con buon senso dice, “stop alle contrapposizioni, ci vuole il dialogo”. Può darsi che Malagò abbia scelto una linea più mordida. Le guerre portano poco lontano.
“Non faccio polemiche, non dico nulla, però onestamente mi è molto dispiaciuto. Mi incontrerò con Giorgetti. Negli ultimi giorni c’è stata una volontà delle parti di ascoltare, e ovviamente di condividere un percorso e una legge. Quando dico condividere dico tutto. Io non posso che espletare un mandato che mi è stato dato dal Consiglio nazionale, cosa che viene ribadita da più parti e anche a larga maggioranza. Ho un mandato molto preciso e su questo non mi posso discordare”. Carraro insiste nel chiedere un dibattito in Parlamento mentre Pescante attacca: “Con questa legge si riduce il Coni a due stanze e tre segretarie, perché questo servirebbe per organizzare le spedizioni olimpiche. Si parla di un circolo romano (Canottieri Aniene, ndr), le fidanzate del presidente, si parla di uno sport come un’élite. Questo è un grande spaccio di demagogia”.
Malagò ha sempre detto no a certi prerogative, lo stipendio lo devolve in benificenza (anche a Maddaloni, che ha una palestra a Scampia, quartiere non facile) e l’auto che usa è sua, non dello Stato. Non solo: si è sempre pagato le note spese, anche le multe che prende quando corre in autostrada… Lo scontro con Giorgetti adesso sembra quasi personale: perchè non si parla di contenuti, di quello che ha fatto il Coni in questi anni? Giorgetti e Malagò potrebbero vedersi di nuovo domani, giovedì, a Campo Marzio in occasione di un convegno dell’Acli su “Lo sport contro la violenza sulle donne”. Poi, venerdì il n.1 del Coni parte per Tokyo. Poi, secondo Giorgetti, la riforma sarà approvata dal Parlamento entro fine anno. Ma ci sarà ancora battaglia.
Intanto, si terrà probabilmente venerdì il prossimo incontro fra i vertici della Lega Serie A e il sottosegretario Giancarlo Giorgetti, dopo il confronto di qualche giorno fa sulle norme contenute in Finanziaria che impattano sul mondo del calcio. E’ quanto filtra al termine della riunione informale del Consiglio di Lega, quasi tre ore durante le quali si è lavorato fra l’altro per individuare idee da proporre al Governo, anche sui tempi di introduzione delle novità legislative. Nelle prossime settimane, inoltre, la Lega Serie A incontrerà i candidati per il ruolo di amministratore delegato.