Sono bastate quattro uscite ufficiali perché la Società Pistoia Basket, prendesse atto del fatto che con molta probabilità qualche carta del gioco va cambiata per evitare una quasi sicura retrocessione. Una stagione partita con la solita rivoluzione di roster e coach, come d’ obbligo per le squadre di bassa fascia, che ha però subito palesato alcuni errori sulle scelte della squadra: molti forse pensavano che quel pacchetto Italiani potesse dare di più, ma la verità è che molti dei giovani panchinari della OriOra Pistoia fino a qualche anno fa non sarebbero nemmeno rientrati nei piani di nessun allenatore nel massimo campionato. E’ vero, i giocatori Italiani mancano sempre di più come l’ ossigeno in questa Serie A sempre più alla ricerca dei risultati immediati che a far crescere i propri talenti, ma non sempre l’ impatto dei talenti nostrani riesce ad emergere come da pronostico: diciamo pure che nemmeno “l’ enfant prodige” ha ormai la scalata facile e sicura verso il successo. Un esempio su tutti, Federico Mussini di Reggio Emilia: anche per lui scontrarsi contro la realtà concreta del campionato Italiano, è stato un vero stop momentaneo nella sua carriera pur arrivandoci con un palmares da invidia. Ma guardiamo in casa della OriOra Pistoia… Uno su tutti Della Rosa: giocatore di talento con grande voglia di fare, che difficilmente si tira indietro davanti ad uno scontro o una palla vagante. Molti gli aspetti positivi, uno solo negativo. Ma forse il più significante. Il livello tecnico tattico non può reggere il confronto con i titolari delle altre squadre, per cui avere per molti minuti in campo i vari Della Rosa, Martini, Severini, Di Pizzo sbilancia ancor di più gli equilibri tattici. Un mea culpa su questo se lo deve fare in primis Coach Ramagli, sempre meno apprezzato dal Popolo Biancorosso giorno dopo giorno. Pistoia è sempre stata abituata ad allenatori dal temperamento sanguigno, carismatico, che nei momenti di difficoltà sapevano accendere quella fiammella di entusiasmo e voglia di riemergere, nei giocatori e nel pubblico: per adesso molto poco feeling tra i 12 giocatori/coach e il pubblico Pistoiese. La società chiede a gran voce fiducia al suo popolo sempre presente, ma anno dopo anno, è difficile mantenere costante un certo tipo di sentimento, che sopravvive solo se le due parti danno sempre il massimo. La conferenza stampa indetta da Presidente Capecchi, ha voluto sottolineare come sia la Società in primis a voler ricorrere al mercato e cercare di sistemare le cose prima che sia troppo tardi: quattro sconfitte consecutive e le prossime due gare, non certo facili, contro Trieste e Cremona. Dalle parole ascoltate si deduce che non ci sia certo un complotto alle spalle per far fallire in sordina l’ unica squadra Toscana presente nel massimo campionato: tutt’ altro… si è presentato una bozza di progetto per il palazzetto nuovo, dato che dal prossimo anno Pistoia non avrà diritto di partecipare alla Serie A, con tale struttura di gioco. Si è parlato inizialmente di cambiare la formula con il 6+6, che però pare irrealizzabile, per cui restando sul classico 5+5 scelto ad inizio estate si pensa all’ inserimento di un centro Italiano di peso che possa dare respiro ad Auda e magari dare vita difficile ad avversari di ruolo. Il pacchetto lunghi è ovviamente tenuto sotto osservazione, con Krubally che sta trovando la sua dimensione (leader in serie A per media rimbalzi a partita) e Auda che seppur con qualche segno positivo dal campo, non pare essersi inserito nelle strategie della squadra, palesando un pò di spaesamento in più volte. Problema principale è il peso in campo dei due, che assomigliano più a due quattro di ruolo per movimenti e gioco. Manca molto un lungo di ruolo col quale Kerron Johnson, possa impalcare un pick&roll o un pick&pop per dare inizio allo sviluppo dello schema in attacco. Saranno proprio queste le valutazioni che la Società farà nei prossimi giorni, pensando anche a come risolvere la situazione di Dominique Johnson. Giocatore dall’ indiscusso talento, che non pare aver trovato il feeling giusto con i compagni ( e nemmeno con il pubblico direi, dopo quel gesto di stizza verso la curva ai primi fischi della scorsa partita), spesso nervoso in campo e troppo blando fuori. Su di lui l’ investimento maggiore della OriOra Pistoia sia come capitale (180k) che come persona, selezionandolo come Capitano della squadra prima di K. Johnson. Qualcosa non quadra nel giocatore, ma la fiducia rivolta dalla Società gli darà tempo per emergere e tornare prima possibile il realizzatore che tutti conosciamo.
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Lega A – OriOra Pistoia verso un cambio di rotta obbligatorio
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