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L’avvocato Di Ponzio e la Prisma Taranto,continua la collaborazione

L’AVVOCATO LELE DI PONZIO E LA PRISMA: “TARANTO NON POTEVA RIMANERE SENZA UNA SQUADRA DI VERTICE”

Il legale tarantino, da anni consulente della Prisma Taranto Volley: “Ripartiamo, con orgoglio, dal Palafiom. Ora posso seguire la squadra ancor più da vicino”.

Nella stagione del ritorno in Serie A2, in un’annata che coinciderà con i Giochi del Mediterraneo 2026, la Prisma Taranto Volley si affida a certezze. Una di queste è l’avvocato Lele Di Ponzio, tarantino, esperto giurista e sportivo appassionato, che continuerà a rivestire i ruoli di consulente legale e consulente di amministrazione del club rossoblù. Figura storica del mondo forense tarantino, (è stato per anni sostituto procuratore federale della FIGC e consigliere dell’Ordine degli Avvocati), Di Ponzio incarna un raro equilibrio tra rigore professionale, passione sportiva e amore per la propria città.

Abbiamo raccolto le sue parole in un’intervista che è anche un manifesto d’amore per Taranto, per lo sport e per una società che ha saputo rialzarsi con dignità dopo una stagione difficile.

Avvocato, la Prisma riparte dopo quattro anni di Supedlega: che momento è questo per la società?

«Un momento che impone riflessione, ma anche tanta determinazione. Dopo lo scoramento iniziale – inevitabile – per una retrocessione maturata in maniera imprevedibile, la storia della Prisma non poteva finire così. Non sarebbe stato giusto. E ancora una volta Elisabetta e Tonio hanno fatto una scelta di cuore, di visione e coraggio. Hanno trovato le energie per ripartire, quando davvero non era affatto scontato. Taranto non meritava di rimanere senza una squadra di vertice, e loro gliel’hanno restituita.»

È stato difficile, secondo lei, trovare la forza per ricominciare?

«Sì, e per questo il merito va riconosciuto con forza. Elisabetta e Tonio non si sono tirati indietro. La SuperLega è un campionato durissimo, anche a livello organizzativo, e il colpo della retrocessione avrebbe potuto scoraggiare chiunque. Ma loro hanno risposto con lucidità e amore per Taranto. Questo è un aspetto fondamentale, spesso trascurato: senza la loro visione e la loro volontà, oggi non saremmo qui a parlare di futuro.»

E il futuro passa da una nuova casa: il Palafiom. Che impressioni ha?

«Il Palafiom non è un ritorno alle origini. Qui la Prisma ha costruito la sua storia. È un palazzetto più raccolto, sì, ma proprio per questo potrà amplificare il calore del nostro pubblico. Chi ama la pallavolo lo sa: il tifo può fare la differenza. E sentire i nostri tifosi vicini, a pochi metri, può dare alla squadra una spinta decisiva. Certo, è un cambiamento che richiede adattamento, ma può trasformarsi in un punto di forza.»

Lei ha sempre mostrato un forte legame con i colori rossoblù. Quanto è importante questa dimensione affettiva?

«È tutto. Io sono prima di tutto un tarantino. Ho respirato sport e diritto sin da piccolo: mio padre è stato lo storico legale del Taranto calcio, e anche io ho avuto l’onore di difendere i colori rossoblù in aula, sotto due presidenze diverse. Con Elisabetta e Tonio ci siamo conosciuti proprio nel mondo del calcio: è nata una stima reciproca che si è trasformata in amicizia e, infine, in collaborazione solida. Oggi, lavorare con loro per la Prisma significa difendere, ogni giorno, una parte fondamentale di me.»

Lei ha parlato anche delle difficoltà dello sport tarantino in altri ambiti. Cosa intendeva?

«Intendevo che ciò che sta facendo la Prisma non è affatto scontato. Basta guardare intorno. Il basket, ad esempio, ha perso un punto di riferimento storico come il CUS Taranto, che per anni ha rappresentato un simbolo. Il calcio naviga in acque incerte, con difficoltà che nessuno avrebbe immaginato solo pochi anni fa. In questo panorama, la Prisma rappresenta una certezza. Una società solida, credibile, che garantisce continuità. Vincere o perdere è il bello dello sport, ma avere una struttura seria che non si dissolve al primo ostacolo è un valore raro. E da tarantino, prima ancora che da dirigente, questo mi riempie d’orgoglio.»

Questa stagione per lei sarà diversa: sarà più presente, anche fisicamente?

«Sì, quest’anno non faccio più parte della Procura Federale FIGC, quindi avrò molto più tempo per seguire la squadra. Sarò presente, sul campo e fuori. Questo progetto merita dedizione e io ho voglia di dare il massimo. La squadra è stata costruita con cura, con equilibrio tra chi vuole riscattarsi e chi vuole emergere. E poi… saremo la squadra che viene dalla Superlega: tutti vorranno misurarsi con noi. Non sarà semplice, ma sarà stimolante.»

Se potesse scegliere un momento da rivivere, quale sarebbe?

«Il 2021, senza dubbio. Il giorno in cui abbiamo conquistato la promozione in Superlega. Un’emozione indescrivibile. Ma con un rammarico: il PalaMazzola era vuoto. Le restrizioni Covid avevano impedito la presenza del pubblico. È un’immagine che porto dentro con amarezza. Ecco, oggi sogno un Palafiom pieno in ogni ordine di posto. Un palazzetto carico, vivo, traboccante di tifo. Sarebbe il modo migliore per vivere un’altra stagione da protagonisti.»

Un messaggio finale per chi ama la Prisma e Taranto?

«Taranto deve essere orgogliosa di questa società. La politica, il mondo economico, quello sociale: tutti dovrebbero sostenere la Prisma, perché rappresenta qualcosa di più di una squadra. È un simbolo di identità. Ed è bello, ogni tanto, poter dire che qui si può fare sport ad alto livello, con serietà. Io ringrazio Elisabetta e Tonio per avermi voluto ancora al loro fianco. Lo considero un privilegio. Forza Prisma, sempre. E forza Taranto.»

Linda Stevanato Ufficio stampa Prisma Taranto Volley


Fonte: http://www.legavolley.it/rss.asp


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