Al Principe di Savoia di Milano si è svolta la presentazione del Team Polti-Kometa. Un grande ritorno di una delle grandi famiglie del ciclismo, con un passaggio di consegne tra Franco e Francesca Polti. Ospiti tanti campioni del passato e i giovani talenti guidati da Ivan Basso e Alberto Contador
Un grande passato e le sfide del futuro. Se per Franco Polti fu l’incontro con il mitico Zandegù a segnare l’ingresso nel mondo del ciclismo, per la figlia Francesca (ora a guida dell’azienda) è stato un scambio di idee e progetti con Ivan Basso. Polti torna nel ciclismo, e già questa è una bella notizia. Lo fa con il progetto di Ivan Basso e Alberto Contador (due che non sembrano mai scesi dalla bici per quanto sono ancora in forma da corsa). Due campioni che, in questo ciclismo dominato da squadroni e budget fuori portata, hanno scelto la strada dell’innovazione, della scoperta dei talenti e della valorizzazione dei giovani (strada che ha portato anche a belle vittorie in passato, vedi Fortunato sullo Zoncolan e Davide Bais al Gran Sasso). Così al Principe di Savoia è andata in scena una emozionante serata tra un passato glorioso e un futuro tutto da scrivere. La Polti-Kometa si prepara a vivere la stagione alle porte con lo stesso entusiasmo che ha guidato in questi anni la coppia Basso-Contador. E con la stessa promessa di sorprendere. Il Team Polti Kometa è composto da giovani talenti come Davide Bais, che ha già dimostrato il suo valore vincendo una tappa al Giro d’Italia nella scorsa stagione e che si propone l’ambizioso obiettivo di cogliere opportunità significative nel 2024. Altra promessa è Davide Piganzoli, che può esprimere tutto il suo potenziale nel 2024, nel pieno della sua maturità; con loro gli spagnoli Alex Martin e Fernando Tercero che, dopo i successi nelle categorie giovanili, sono ora pronti al salto di qualità. L’arrivo di Matteo Fabbro, infine, testimonia come atleti con esperienza nel WorldTour possano trovare una nuova dimensione e valorizzazione in una squadra professionale che mette in primo piano l’individuo. La squadra è guidata dal capitano Mirco Maestri che, oltre alle sue abilità come corridore, si distingue per la capacità di mantenere coeso il gruppo, valorizzando ciascun membro con l’esempio della sua determinazione quotidiana. L’obiettivo è partecipare a gare importanti, con l’inizio nelle prossime settimane in Spagna e la competizione a Laigueglia alla fine di febbraio, sicuri di possedere le qualità sportive necessarie per partecipare agli eventi chiave nel calendario italiano da marzo in poi.
Una serata tra passato e futuro
Una serata che, oltre alla presentazione della squadra, ha visto un vero e proprio passaggio di consegne tra i campioni del Team Polti degli anni ’90 e i giovani talenti del nuovo team. E un passaggio di maglie tra Franco Polti e Francesca, la figlia ora alla guida del gruppo industriale lombardo. Quando Pier Augusto Stagi, chiamato a presentare la serata, invita sul palco Gianni Bugno, Mauro Gianetti, Giuseppe Guerini, Fabrizio Guidi, Ivan Gotti, Mirko Celestino si spalancano le porte della memoria di un passato fatto di tante vittorie e imprese. Racconti di gare vinte (a partire dal Giro delle Fiandre del ’94 vinto da Bugno con il brivido del fotofinish, per chiudere con il Giro vinto da Gotti nel ’99) e anche lo spassoso racconto di Gianluigi Stanga (Ds del team Polti negli anni ’90) sul suo rapporto con il patron della squadra, sempre esigente e in molte scelte visionario (come quando prese in squadra un certo Virenque). Franco Polti rievoca quel passato, a partire da quella chiamata di Zandegù (a cui il pubblico presente tributa un doveroso omaggio) fino alle tante vittorie di quel team che ha contribuito eccome a fare la storia del ciclismo italiano.
Chiappucci, Moser e Indurain ospiti d’onore
Serata ancora di più impreziosita dalla presenza di super campioni del calibro di Francesco Moser, Miguel Indurain e Claudio Chiappucci. Stuzzicati dalle domande di Stagi, Chiappucci e Indurain si sono dati “duello” con il loro solito stile: il Diablo con il suo carattere guascone all’attacco di Miguel, che risponde sempre con lo stile serafico che lo contraddistingueva in sella, senza mai scomporsi. Uno spassoso duello dialettico nel ricordo di momenti storici del ciclismo, con lo spagnolo che primeggiava al Tour e al Giro e i due alfieri italiani, Bugno e Chiappucci, che provarono in ogni modo a superarlo, dando vita a giornate epiche (come la tappa del Sestriere al Tour del 92, vinta da Chiappucci dopo una fuga che resta nelle pagine più mitiche di questo sport). E, infine, come non omaggiare un campione come Moser, che a breve festeggerà i 40 anni di quel record dell’ora, 51,151 km che è diventato anche l’etichetta del suo vino.
La sfida del futuro
Passato glorioso e un futuro tutto da scrivere. Il ritorno nel ciclismo della famiglia Polti è un gran bel segnale, lo sottolinea anche il Ct azzurro Bennati, che spera sia d’esempio anche per altri per rilanciare il vivaio del ciclismo italiano. A fianco di Kometa, che conferma il suo impegno nel team, rappresentata da Giacomo Pedranzini che sottolinea: “Noi siamo agricoltori di montagna e per questo condividiamo con i corridori il concetto della fatica”. E’ il momento dello scambio delle maglie e del passaggio di testimone. Franco Polti con la maglia storica del team e Francesca con la nuova divisa. Ed è Francesca Polti a disegnare la traiettoria del futuro, citando uno dei più grandi imprenditori e visionari della storia italiana, Olivetti: “Spesso il termine utopia è la maniera più comoda per liquidare quello che non si ha voglia, capacità o coraggio di fare. Un sogno sembra un sogno fino a quando non si comincia a lavorarci. E allora può diventare qualcosa di infinitamente più grande”. Concetti che sono di casa per Basso e Contador, due corridori che sanno cosa vuol dire cadere e rialzarsi e che hanno una passione genuina per il loro mondo. Due campioni, soprattutto, che sanno come tirare fuori il meglio dal talento dei giovani che hanno scelto per comporre la squadra.