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Ho avuto un flash a metà intervista, ossia ricordare che la persona dall’altra parte del telefono ha solo diciannove anni. Premetto che la storia del suo cognome potrebbe sviare da considerazioni troppo emozionali o far virare la conversazione sulla vita di una famiglia che, al di là della pallavolo, è nel cuore di tutto il movimento. Occupiamoci, però, dell’essere Alessandro Bovolenta, dell’essere una delle più grandi promesse del nostro volley, dell’aver già dimostrato a tutti – con le nazionali giovanili e con la Consar RCM Ravenna – che la stoffa, il carattere e il talento ci sono.
E soprattutto, che tutte queste caratteristiche non sono comprese nel cognome che si porta, ma piuttosto si allenano, si affinano: “afferma fin da subito Alessandro“.
In questi si giorni si parla molto di Zaniolo, delle persone che lo circondano che spesso non fanno il suo bene e di un grande talento forse bruciato. Le posso chiedere un’opinione da tifoso e da sportivo?
““.
È questo a cui è stato educato?
““.
Uno di questi è stato Velasco, durante il periodo in azzurro.
““.
Lei come ama viverla?
““.
La squadra. Ravenna. Tanti giovani su cui scommettere?
““.
Il quinto posto è a pochi punti. Si punta verso l’alto o verso il basso?
““.
Siete tra i pochi ad aver fatto realmente sudare Vibo Valentia in casa propria.
““.
Alessandro Bovolenta che campionato sta giocando?
“(Bonitta, n.d.r.)“.
Sente la pressione di tutto questo?
““.
Per lei si dice ci siano grandi squadre pronti ad attenderla. Mi dica quale sente più nelle sue corde in Superlega.
““.
Lei è tra l’altro molto legato a Ravenna.
““.
Un luogo del cuore di Ravenna?
““.