Alcaraz e Djokovic si incontreranno in semifinale a Parigi: la loro sarà anche una sfida tra generazioni visto che i due giocatori hanno sedici anni di differenza. Diretta dalle 14.45 su Eurosport, canale 210 del telecomando Sky
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È un inedito ma sembra già un classico. Carlos Alcaraz contro Novak Djokovic atto primo. Il rendez vous più atteso del tennis sta per avere luogo sulla terra rossa parigina. Il numero uno e il numero tre del mondo si sono affrontati una sola volta, a Madrid nel 2022. Mai in uno Slam. Dodici mesi fa alla Caja Magica aveva vinto lo spagnolo al tie break del terzo set. Da allora i due giocatori si sfiorano, si spiano, si guardano e si temono, sempre a debita distanza. Domani finalmente si troveranno uno di fronte all’altro. Da una parte Novak l’highlinder, unico reduce dell’età dell’oro, ultimo nato negli anni Ottanta ad essere ancora tra i top 10. Il serbo giocherà la sua semifinale numero 45 in un major, l’obiettivo è il titolo numero 23, un record tra gli uomini. Dall’altra parte il ragazzo che ha smesso un mese fa di essere teenager; gambe, fisico e incoscienza baciati dai vent’anni, Injouable ha titolato l’Equipe dopo la partita contro Stefanos Tsitsipas.
Djokovic il robot, Alcaraz l’alieno
Due supereroi in campo a Parigi: esperienza contro istinto, intelligenza contro esplosività, acne giovanile e prime rughe. Alcaraz è eccessivo, Djokovic è razionale, millimetrico. “Sono nato guardandolo giocare”, ha detto lo spagnolo che pensava di fargli un complimento e forse ha fatto sentire vecchio il suo avversario. “è lui la persona da battere qui. La sua esplosività mi ricorda quella di Nadal”, ha risposto il serbo. La prima semifinale in programma al Roland Garros sarà anche una sfida tra generazioni. I due giocatori hanno sedici anni di differenza, nello sport sono un’era geologica. L’anno in cui Alcaraz è nato, Djokovic, giovanissimo, è diventato professionista. Non sono molte le grandi sfide tra due protagonisti così distanti dal punto di vista anagrafico.
- Nicola Pietrangeli (1933) contro Adriano Panatta (1950) ai campionati italiani assoluti del 1970
- Rod Laver (1938) contro Bjorn Borg (1956) agli Us Open del 1975
- Jimmy Connors (1952) contro Pete Sampras (1971) a Miami nel 1992
- Andre Agassi (1970) contro Rafa Nadal (1986) a Wimbledon nel 2006
- Roger Federer (1981) contro Stefanos Tsitsipas (1998) agli Australian Open nel 2019
- Serena Williams (1981) contro Naomi Osaka agli Us Open nel 2018
- In tutti questi casi, è sempre stato il più giovane a vincere.
La prima posizione nel ranking
Quella tra Alcaraz e Djokovic non sarà soltanto una semifinale. Sul Philippe Chatrier ci si gioca anche la prima posizione nel ranking. Lo spagnolo, vincendo, avrebbe la certezza di rimanere il numero uno, per la ventiseiesima settimana. Il serbo, se lo batte, ha la speranza di ritornare ad esserlo. Nel suo caso, le settimane in cima al mondo sarebbero 387. La prima volta che Djokovic ha avuto un numero uno davanti era il 4 luglio 2011, quasi dodici anni fa. Da allora finali su finali, centinaia di partite, giovani generazioni sbranate, tante statistiche a disposizione, forse troppe. Alcaraz non ha albi d’oro a cui aggrapparsi, solo i suoi muscoli che bastano e avanzano. L’ex campione giocherà per orgoglio, per dimostrare che non è finita e che non sta finendo e in effetti come può essere finita con diciannove vittorie consecutive a livello Slam (Wimbledon e Australian Open), per dimostrare che la storia ha un peso. Al contrario il suo avversario, per la prima volta in semifinale sulla terra rossa, sarà lì per provare che la storia non gioca al posto tuo. Non contro Carlos Alcaraz.