Novak Djokovic non solo “sindacalista” dei diritti dei giocatori, ma anche “mecenate” dei giovani talenti serbi. Questo ha rivelato Hamad Medjedovic, 20enne di Novi Pazar impegnato nella scalata verso il grande tennis. Il recente semifinalista all’ATP 250 di Astana, miglior risultato sul tour maggiore insieme all’altra “semi” della scorsa estate a Gstaad, ha raccontato al media serbo Sportal il peso decisivo del sostegno ricevuto da Djokovic nella delicata fase di crescita della propria carriera, economicamente e non solo. Il connazionale è sempre stato pronto a dispensare consigli, allenarsi con lui e soprattutto aprire senza problemi le proprie casse per far sentire Hamad tranquillo e focalizzato solo sul gioco, senza patemi finanziari. Un aiuto importantissimo, decisivo a far decollare la carriera del ventenne.
“Djokovic mi ha aiutato finanziariamente, mi ha dato tutto ciò di cui avevo bisogno per iniziare e proseguire la mia carriera. Ha coperto tutto” racconta Medjedovic. “Mi ha aiutato quando ne avevo bisogno e mi sta ancora aiutando in ogni modo possibile. Sono felice che sia lì per me, disponibile. Indovina chi è stato il primo a congratularsi con me per il mio primo titolo: Novak! Quando ho preso il telefono, ho visto il suo messaggio vocale, mi ha parlato per più di un minuto. È stata una sorpresa incredibile. Novak è un mito perché è sempre disponibile per un consiglio”.
Nell’intervista, anche il papà di Medjedovic ha speso parole al miele per Djokovic, ringraziandolo per il suo incredibile supporto a 360°, non solo finanziario. “È incredibile quel che Novak sta facendo per Hamad. Lo sostiene in tutti i modi… finanziariamente, mentalmente e socialmente. Ricordo una conversazione con Novak. Abbiamo parlato nello specifico delle tappe della carriera di Hamad. Ero incredulo durante quella chiacchiera, per convincermi che tutto questo stesse accadendo per davvero. Novak stava tracciando la rotta, dando idee concrete su cosa fare con Hamad, il percorso giusto da seguire. Ricordo di avergli detto: ‘Nole, mi dispiace, ma tutto questo costa troppo!’ Lui è restato calmo, ha continuato a dire le sue idee e programmi, ha suggerito un allenatore e altri programmi, aggiungendo: ‘Sta a Hamad allenarsi, io farò il resto!‘ Non potevo credere che il miglior giocatore del mondo chiamasse mio figlio per lavorare insieme nella preseason e volesse sostenerlo così, in tutto. Questo genere di cose sono rare nel mondo di oggi, ma grazie a Dio ci sono ancora persone a cui non interessa solo il denaro, ma anche il lato umano delle cose”.
Conclude così il papà di Medjedovic: “Novak ci ha rassicurato totalmente, dicendomi di non fare tutto questo per soldi, perché lui ne ha già e sa dove guadagnarli. ‘Semplicemente, il mio ruolo e il mio compito è aiutare. Che tipo di persona sarei se non aiutassi i bambini che se lo meritano, che amano il tennis?’. Non potrò mai dimenticare queste parole e il suo aiuto”.
Novak aveva parlato alla stampa del giovane connazionale appena prima di Wimbledon 2022, poco dopo la prima vittoria in un Challenger di Hamad (in quel di Luedenscheid, in Germania): “È stato fenomenale, Hamad ha vincto il suo primo titolo Challenger dopo esser passato dalle qualificazioni, è un risultato enorme e mi sono congratulato con lui. Il suo salto in classifica (Medjedovic era n. 259 al mondo all’epoca) significherà molto per il futuro. Ho molti amici che sono bloccati nella seconda fascia, tra Futures e Challenger, è difficile sfondare, ma Hamad è ormai vicino a giocare le qualificazioni per i tornei del Grande Slam”.
Da lì è partito l’aiuto concreto del super campione: soldi, programmi, consigli, allenamenti insieme alla giovane promessa. Una promessa che sta mantenendo le attese: attualmente Medjedovic è al n.107 del ranking ATP, appena sotto al proprio Best di 102 toccato dieci giorni fa. Si trova al nono posto della ATP Race to Jeddah, ma è praticamente sicuro di potervi partecipare (impossibile che Alcaraz e Rune vi prendano parte, e non solo loro probabilmente). Djokovic merita solo complimenti per il suo impegno a favore del giovane connazionale. Un esempio che applaudiamo con soddisfazione e che speriamo possa ispirare altri campioni a fare altrettanto.
Marco Mazzoni