A prescindere da ogni altra considerazione, è un momento importante per Jasmine Paolini, che nonostante l’aspetto oltremodo giovanile è ora, a 27 anni, nel pieno della sua maturità.
Tornando indietro nel tempo vedo, come dei flashback, tre momenti importanti della sua carriera.
Il primo,nel 2018, quando era ancora ben lontana dall’essere top 100 (era #156), invece di cercare punti facili non aveva timore di andare a giocare tornei difficili come Acapulco, e pur perdendo nettamente contro Shuai Zhang avevo apprezzato la sua lungimiranza, la sua voglia di cimentarsi con le migliori per crescere.
Il secondo, nel 2019, quando ancora giocava le prequali di Roma, con la vittoria a Guangzhou ancora contro una cinese, Saisai Zheng, dimostrando di valere la top 100, traguardo che ottenne poco dopo.
Ma l’ulteriore, inatteso, salto di qualità venne da una sconfitta, quella subita dalla Azarenka nell’US Open del 2021, dove disputò un secondo set clamoroso, perso solo al tie break, ma uscì tra gli applausi del pubblico del Louis Armstrong e, soprattutto, capì di potersela giocare anche con le migliori.
Le sue successive vittorie su Sabalenka, Haddad-Maia, Kasatkina, Garcia, per me più significative dell’attuale BR, sono il frutto di quei momenti chiave.