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Italia campione del mondo? A crederlo possibile alla vigilia erano davvero in pochi, forse nessuno, azzurri e avversari compresi. Ma nel corso di una stagione, di un campionato o di un torneo come quello iridato, una partita può cambiare tutto, può rilanciarti e rigenerarti, caricarti a mille, sovvertire un pronostico, infonderti quella fiducia e quella onnipotenza sportiva che ti permettono di cambiare marcia e lasciare tutti indietro. Alla nazionale maschile è accaduto proprio questo grazie a una singola partita, una singola vittoria.
racconta uno dei maggiori artefici di questa (ennesima) cavalcata dorata, Alessandro Michieletto, nell’intervista rilasciata al collega Maurilio Barozzi per L’Adige.
Discorso che non fa una piega se si considera che i francesi venivano dai trionfi all’Olimpiade e alla VNL, competizione nella quale tra l’altro avevano rifilato agli azzurri, appena un mese prima, due nettissime sconfitte per 3-0.
Un’altra medaglia d’oro, dunque, messa al collo da un gruppo giovane (al Mondiale era quello con l’età media più bassa in assoluto), frutto della visione del suo ct, Fefè De Giorgi, ma anche della maturità e massima disponibilità di tutti di mettersi al servizio della squadra e fare gruppo dentro e fuori dal campo.
dichiara con orgoglio Michieletto
In conclusione, cosa manca ora a questo fantastico gruppo? . Appuntamento allora al 2024. Hai visto mai…