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Quando si parla di dottorandi e addottoramenti nel mondo della pallavolo, l’immagine del passato che viene alla mente è quella tra genio e follia di Leo Morsut, il grande pallavolista dell’Itas Trentino che all’apice della carriera lasciò tutto per amore dello studio e della ricerca universitaria. Tanti anni dopo siamo ancora a Trento, ma solo nelle origini, e non si parla di una storia di scarpette che si stanno per appendere al chiodo, ma della scelta di un presente in cui portare coraggiosamente avanti due carriere, quella di ricercatore universitario e di pallavolista “professionista”.
Quella di Andrea Coali è una bellissima testimonianza, di sport e ricerca, che dalla Bocconi di Milano si irradia fino al Volley 2001 Garlasco, in Serie A3:
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L’eccezionalità del portare avanti due carriere così impegnative rende la sua storia unica.
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La sua carriera è molto curiosa. L’avevo lasciata a Verona circa otto anni fa.
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E con Garlasco state per raggiungere una storica salvezza.
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I suoi precedenti illustri la portano a Trento, Altotevere e Verona.
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Cioè?
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Era un pesce fuor d’acqua?
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Mi dica quali sono i suoi amici nel volley.
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Pistola alla tempia. Garlasco sale in A2. Coali cosa fa?
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La vedremo ancora in qualche campionato estero? Magari in qualche League Americana?
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A cosa si deve rinunciare per una carriera come la sua?
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Un supereroe.
“(ride, n.d.r.) N“.