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Davanti al caldo pubblico bolognese durano soltanto pochi minuti le speranze dell’Italia nella semifinale di VNL contro la Francia. Sin da subito gli azzurri faticano a trovare ritmo e continuità contro i francesi, che invece ogni volta che spingono creano break importanti. Il nostro muro latita e non riesce mai a leggere le trame di gioco di Brizard, ma la Francia non è solo attacco, è battuta e soprattutto tanta difesa, sintomo di una squadra che è scesa in campo con l’atteggiamento giusto. Tanti cambi per la nostra nazionale, alcuni forse fatti troppo tardi (Zaytsev per Romanò e Sbertoli per Giannelli: De Giorgi non riesce mai a trovare la chiave giusta per rimettere in rotta una barca che, neanche troppo lentamente, va alla deriva.
Davvero un peccato, perché questo gruppo ha fatto molto bene nella prima parte di VNL, è cresciuto molto e ha strameritato di arrivare in semifinale; certo ora bisognerà analizzare il match e capire il perché di questa prova incolore, ma forse è anche meglio che certi problemi siano venuti fuori ora, quando ci sono ancora tante settimane di lavoro per preparare i mondiali.
Ma vediamo le pagelle dei nostri azzurri che, ahimé, non saranno ovviamente positive, ma non devono scalfire il valore di quanto fatto fino ad oggi dai nostri portacolori.
Giannelli . Dopo aver guidato il nostro gruppo egregiamente in queste settimane, il Simone nazionale incappa in una giornata no soprattutto nel primo set, dove a fronte di un 65% di ricezione positiva fa chiudere i suoi attaccanti con il 40%. Specialmente in contrattacco gli rimane la palla molto staccata e questo mette in grosse difficoltà Romanò e soci. Poi dal secondo set è costretto a fare km in campo e perde ancora di più il filo della partita.
Romanò . Titolare forse anche un po’ a sorpresa in queste Finals, non trova il guizzo che fin qua spesso ha contraddistinto le sue partite in azzurro. Vero, la palla spesso gli arriva dietro e lo costringe ad attaccare senza guardare il muro avversario, però non riesce proprio ad incidere, e lo stesso vale per il servizio, fondamentale in cui è molto falloso.
Lavia . Giornata complicatissima per Daniele, che in attacco non carbura e sbanda spaventosamente anche in ricezione. E fa male vederlo giocare così, perché ho ancora negli occhi alcune partite che ha giocato quest’anno in maglia Itas, da autentico fuoriclasse. Forse c’è da capire perché nei match che contano tende a volte a sparire dal campo (gara 5 di semifinale con la Lube, finale di Coppa Italia) e lavorare più sull’approccio alla gara che sul piano tecnico, in cui è comunque uno dei top player mondiali.
Michieletto. È il giocatore più sul pezzo dei nostri, ma da solo può comunque poco. Ancora una volta dimostra di non sentire il peso dei suoi (pochi) anni, giocando disinvolto e rimanendo l’unico che in ricezione mantiene dritta la barra del timone. Un patrimonio della pallavolo da tenerci stretti.
Galassi . In attacco prova a creare qualche apprensione ai Bleus, ma a muro soffre davvero tanto il gioco veloce e imprevedibile dei francesi e finisce per spegnersi alla lunga.
Russo . Primo set da ‘desaparecido’, dimenticato da Giannelli in attacco e assolutamente fuori fase a muro. Meglio nel secondo set, quando trova un paio di spunti sotto rete, ma questa Italia ha bisogno di muri punto e tante palle spizzate che oggi non arrivano.
Balaso . Nella sfida stellare con Grebennikov, parte bene nel primo set, ma poi anche lui comincia a faticare a contenere le fiammate dei francesi al servizio e finisce per capitolare di fronte alla verve dei transalpini.
Zaytsev . Come sempre, quando c’è da lottare lo Zar non si tira indietro e ci mette la faccia fino alla fine. Ottimo atteggiamento che dimostra ancora una volta il valore di questo grande atleta.
Anzani, Bottolo e Sbertoli . Entrano quando la partita ormai si è incanalata sul binario del TGV e non riescono a raddrizzarla, finendo per accompagnare mestamente gli avversari in finale.
De Giorgi . Detto che a parlare dalla tribuna sono buoni tutti, e che solo l’allenatore ha in mano il “sentiment” della squadra, stupisce il cambio tardivo di Giannelli, decisamente meno preciso del solito, e quello di Romanò, con in panca uno scalpitante Zaytsev. Anche Anzani, miglior muratore del trio centrale, a lungo in panchina fa storcere un po’ il naso.
Sui francesi c’è poco da dire: Brizard () sembra lontano parente di quello non ammirato a Piacenza quest’anno. Veloce, preciso, determinante anche a muro e al servizio. Patry () arriva da una stagione complicata a Milano, con i meneghini che hanno provato a rifilarlo a chiunque, e invece, dopo un primo set sornione, è semplicemente devastante.
Ngapeth () e Clevenot () sono due spine nel fianco per il nostro muro con le loro continue variazioni in attacco e al servizio, dove Earvin è monumentale. Al centro Chinenyeze () dimostra di essere quel prospetto molto interessante nel quale ha creduto Civitanova e Le Goff () fa il suo senza demeritare. Ottimo come sempre infine Grebennikov (), preciso e puntuale a tenere alto in mezzo al campo tutti i tentativi di forzare degli azzurri.
Andrea Giani, infine, si merita un : bravo bravo a prendere in mano un gruppo sicuramente appagato dopo l’oro olimpico e a spingerlo a giocare con una intensità davvero notevole, tanto da poter pensare di aprire un ciclo.