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Si chiude con un bilancio straordinario la partecipazione delle Nazionali Italiane Volley Sordi ai tornei di pallavolo delle Deaflympics, le Olimpiadi per sordi a Caixas do Sul, in Brasile. L’Italia ha conquistato la medaglia d’argento con la squadra femminile e la medaglia di bronzo con quella maschile. In finale le azzurre si sono arrese per 1-3 all’eterna rivale Turchia, che le aveva battute anche nelle finali dei Mondiali (e nella fase iniziale del torneo olimpico).
Una finale cominciata in sordina (12-25 il primo parziale), poi le ragazze si riprendono ma non basta ancora per reggere il livello della Turchia che vince anche il secondo set (18-25). Quando sembra finita, ecco la reazione, con un cambio di inerzia che sembra promettere bene (25-21 il terzo set a favore dell’Italia) ma la rimonta non riesce: nel quarto set le ragazze di coach Sellan tengono botta sino al 17 pari prima di cedere le armi 19-25.
“– ammette Alice Tomat a fine gara – “.
Anche la nazionale maschile ripete il risultato degli ultimi Mondiali, salendo sul terzo gradino del podio. La battaglia contro la Francia è per cuori forti, terminata solo al tie break (15-10). Ma già dal primo set le emozioni sono potenti: gli azzurri, pur superiori, non riescono a chiudere i conti e vengono riacciuffati sul 24 pari e sorpassati (25-26) ma le mani non tremano e Dell’Arte firma con un ace il 28-26. Secondo set ancora combattutissimo, l’Italia soffre ma si porta sul 24 pari prima di cedere 24-26.
Bisogna ricominciare daccapo e la squadra di coach Matteo Zamponi non si scoraggia tenendo sempre in pugno il terzo set, con colpi importanti del 16enne Cavasin, e stoppando i francesi sul 25-21. Poi arriva un calo inaspettato nel quarto parziale, con ricezioni più incerte che agevolano l’attacco avversario, la resistenza dura poco e la Francia impatta (15-25). Si va al tie break, che inizia con un perentorio 3-0 a far capire che non si molla, la Francia tiene botta, ma infine crolla sotto i colpi di Zappavigna e Verdecchia che schiaccia la palla del trionfo. E poi sono solo abbracci e lacrime di gioia sul parquet del “Marco Polo”.
“ – dice Riccardo Dell’Arte, ancora emozionato –“.