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La Corte nazionale di appello antidoping ha modificato in parte la sentenza di primo grado sul caso di doping che coinvolge Alberto Polo, l’ex centrale della Gas Sales Bluenergy Piacenza e della nazionale squalificato per 4 anni a gennaio in seguito all’assunzione di sostanze proibite. La corte ha infatti ritenuto che l’ex medico sociale Umberto De Joannon e l’ex preparatore atletico Juan Carlos De Lellis non abbiano contribuito all’illecito compiuto dal giocatore, scagionandoli da ogni accusa e annullando le pesanti condanne (rispettivamente a 6 e 8 anni di squalifica) inflitte loro dal tribunale di primo grado, per la verità mai rese note fino a oggi.
Secondo la sentenza, riportata tra l’altro dal quotidiano , De Joannon e De Lellis vennero a conoscenza dell’assunzione del medicinale proibito solo a fatto compiuto, mentre la difesa del giocatore sosteneva che la prescrizione per il farmaco (che rientrava in una cura finalizzata al recupero del centrale dopo i postumi del Covid) fosse arrivata proprio dai due professionisti, il cui rapporto con la società si è chiuso proprio nella stagione “incriminata”. Il provvedimento della Corte di appello scarica interamente su Polo la responsabilità del doping e lascia al giocatore la sola possibilità di ricorrere al Tas, il Tribunale Internazionale dello Sport di Losanna, per ottenere la revisione del verdetto.