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Wimbledon, Rybakina vince la finale: Jabeur battuta 3-6, 6-2, 6-2

Nell’anno in cui gli atleti russi e bielorussi sono banditi da Wimbledon, a vincere il titolo è una ventitreenne nata a Mosca che, a fine partita, è talmente incredula da aver bisogno di qualche minuto per sedersi prima di andare ad abbracciare amici e allenatore. Con Elena Rybakina gioisce il Kazakistan, con Ons Jabeur piange la Tunisia e mentre Kate Middleton consegna il trofeo Venus Rosewater alla nuova regina di Wimbledon, la sensazione è che comunque la tunisina avrà altre chance di diventare, un giorno, una campionessa Slam. D’altronde, il talento e il ranking suggeriscono che Ons non sarà un’altra meteora, un’altra che scende in campo e annusa l’aria di una finale in un Major per poi non rivivere mai più emozioni simili. 

La cronaca del match

Negli attimi prima di entrare in campo, gli stati d’animo di Jabeur e Rybakina non potrebbero essere più diversi. Ons è tesa, emozionata, quasi in lacrime, abbraccia il marito per confortarlo e per confortarsi, ascolta musica con gli EarPods per rilassarsi e non sorride mai. Elena, invece, è una sfinge e, anzi, quasi accenna un sorriso prima di entrare sul Centrale come fosse una Gioconda. 

In campo, però, tutto cambia. Se nei primi scambi, la kazaka sembra essere più propensa a prendersi rischi con il servizio e nella ricerca di vincenti immediati, a procurarsi la prima palla break nel match, invece è la tunisina, fino a quel momento sembrata più rigida nei movimenti e con il dritto. La chance arriva sull’1-1 e la Jabeur, da campionessa, ne approfitta per mettere pressione alla Rybakina che sbaglia un facile rovescio in palleggio. Con cinismo, Ons conferma il break e dopo un quarto d’ora la numero 2 nel ranking WTA sale 3-1 nel primo set. Il quinto game è già un crocevia fondamentale per indirizzare il parziale e, con la testa sott’acqua, la kazaka salva altre due palle break: una con il dritto, l’altra approfittando di uno slice di Jabeur che sbatte sul nastro. Sul 3-2, 30-0, la tunisina spegne per un attimo la luce, complici una risposta d’incontro di Rybakina e un errore di dritto, ma un servizio vincente e un rovescio in rete permettono a Ons di tenere Elena a distanza. In risposta la kazaka continua a sbagliare e, aiutata da un emblematico smash affossato dalla Rybakina nella propria metà di campo sul 4-3, 30-0, la Jabeur si garantisce quantomeno la possibilità di servire per il set. Possibilità di cui, però, la tunisina non ha bisogno, perché la nativa di Mosca completa l’opera con un dritto a rete, tirato senza scendere con le gambe, un doppio fallo, un altro dritto volato via di metri e un ultimo dritto scarico. Dopo soltanto 33 minuti, Ons Jabeur si aggiudica il primo set per 6-3 ed è a un parziale dal primo Slam – e dal primo titolo a Wimbledon – in carriera.

Chiamata a non sbagliare più, la Rybakina approfitta di un passaggio a vuoto della Jabeur e sul 30-30 nel primo game, si procura la prima palla break a favore con uno splendido dritto lungolinea. Nel punto successivo, la tunisina non addomestica uno slice velenoso inventatosi da Elena e, così, in modo abbastanza inaspettato, nel secondo parziale la kazaka parte subito avanti di un break. Al momento di confermare il break, la kazaka potrebbe chiudere sul 40-15 grazie a uno slice giudicato fuori e che invece aveva toccato la riga. Invece Elena arriva a offrire una palla per il controbreak, ma si salva con un ace e un servizio vincente, prima che un altro dritto sbagliato da Jabeur regali alla Rybakina il 2-0. Il livello adesso è alto. Nel terzo game la kazaka si porta sul 30-30 con una risposta vincente di rovescio, la tunisina risponde con una smorzata a fil di nastro e la nativa di Mosca si trascina comunque ai vantaggi con un chop sistemato con la precisione di un colpo da biliardo. A seguire, la Jabeur deve anche salvare due palle per il doppio break, ma riesce comunque a rimanere attaccata nel punteggio. Fallita una enorme chance di risparmiare energie, nel game successivo è la Rybakina a offrire tre palle per il controbreak, salvate però dalla kazaka con un dritto in uscita dal servizio piazzato con il telecomando, con un più tremebondo schiaffo al volo di rovescio e con un rovescio in palleggio smorzato dal nastro che disorienta la Jabeur nel preparare lo slice. Sfiduciata, la tunisina regala un altro break che porta la classe 1999 nata a Mosca sul 4-1 con doppio break nel secondo set, punteggio propedeutico al 6-2 con cui Elena prolunga la finale, che si deciderà al terzo parziale.

La Jabeur, in teoria, avrebbe il vantaggio di servire per prima nel set decisivo, ma la tunisina non riesce più a sciogliersi e in apertura concede subito due palle break. Sulla prima Ons si salva con il servizio, ma sulla seconda sbaglia la direzione dello slice in attacco e permette alla Rybakina di chiudere la volee. Il game con cui la kazaka conferma il break è di pura sofferenza, complici un attacco in avanzamento da dimenticare e un chop mal interpretato, ma Elena si salva soprattutto con il servizio. Sul 3-1, dopo aver lanciato un urlo di rabbia e di frustrazione, la tunisina lancia uno sguardo sfiduciato al proprio angolo, ma a tenerla in partita ci pensa la kazaka, che sul 30-15 spara fuori una volee facilissima che avrebbe chiuso il match. La chance sprecata rimane in testa alla Rybakina che nel game successivo neanche scatta con le gambe su una smorzata e un lob perfetti. Chiamata a salvarsi dallo 0-40, però, la classe 1999 di Mosca reagisce con coraggio, mentre Jabeur rimpiange la smorzata uscita di un niente sulla seconda palla break. La partita in pratica finisce così, con la tunisina che nel game successivo non ci crede più, mentre la Rybakina va a servire per il titolo e, aiutata da una Ons che dal 15-30 spara via di metri tre dritti non impossibili, chiude la partita al primo match point utile, tra l’incredulità nel box della kazaka e la disperazione sul volto della tunisina. 

Le statistiche

La Rybakina è la vincitrice di più bassa classifica a Wimbledon dai tempi di Venus Williams nel 2007 ed è anche la prima a vincere una finale Slam rimontando un set di svantaggio dagli US Open 2020, quando Naomi Osaka si impose su Viktoria Azarenka con un doppio 6-3 dopo il 6-1 subito nel primo parziale.

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