Matteo Berrettini, primo italiano a vincere in singolare un match alle Finals nel 2019, rappresenterà l’Italia a Torino: prima di lui vi erano riusciti solo Adriano Panatta e Corrado Barazzutti, senza però trovare la gioia della vittoria. Successo arrivato invece nel 2015 con il doppio formato da Fognini e Bolelli. Le ATP Finals in diretta su Sky Sport dal 14 novembre
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Matteo Berrettini ha riscritto ancora una volta una pagina dello sport azzurro, qualificandosi per le ATP Finals 2021 proprio nell’anno in cui il torneo dei ‘maestri‘ approda in Italia, a Torino: il romano è il primo tennista del nostro Paese ad entrare tra i magnifici otto in due occasioni. Senza dimenticare Jannik Sinner, nono nella Race e prima riserva, pronto a entrare in campo in caso di forfait. Nel 2019, dopo ben 41 anni, Berrettini era entrato tra gli otto migliori giocatori dell’anno, conquistando contro Thiem anche la prima, storica, vittoria azzurra in singolare. Le due precedenti esperienze in singolare, di Adriano Panatta e Corrado Barazzutti, i precedenti due azzurri entrati tra i primi 8 nell’era del ranking computerizzato, si erano chiuse infatti senza successi.
Adriano Panatta al Masters di Stoccolma 1975
Il precursore del tennis italiano nell’Era Open non poteva che essere Adriano Panatta. A differenza di quello che si può pensare, però, il campione azzurro non si qualificò per il Masters di fine anno nel 1976, in cui si impose a Roma e Parigi, bensì 12 mesi prima, al termine di una stagione non del tutto esaltante (semifinale al Roland Garros e trionfo a Stoccolma esclusi), chiusa però con un paio di squilli che gli fecero guadagnare il 7° posto nella classifica finale del Grand Prix, in cui spiccavano nomi del calibro di Vilas, Borg, Ashe, Nastase e Connors. Quell’anno il Masters si giocava a Stoccolma, sul campo che aveva visto Adriano vincere pochi mesi prima. Inserito in un girone molto complicato, Panatta perse tutti e tre gli incontri: 6-4, 7-6 contro Manolo Orantes, 7-6, 6-3 contro Arthur Ashe e 7-6 3-6 6-0 contro Ilie Nastase, con quest’ultimo che rovinò la festa a Borg, battendolo poi in finale davanti al pubblico amico. Proprio in questi giorni è arrivata la rivelazione dell’azzurro al “Corriere della Sera” circa i 3 ko subiti a Stoccolma: “Nel 1975 fu un miracolo scendere in campo, visto che fui vittima di un fortissimo attacco di emorroidi”.
Corrado Barazzutti al Masters di New York del 1978
Il secondo e ultimo italiano a giocare in singolare il Masters è stato Corrado Barazzutti, che esattamente 41 anni fa veniva chiamato a calcare una delle scene più prestigiose dello sport mondiale, il Madison Square Garden di New York. L’annata dell’attuale capitano di Coppa Davis fu di altissimo livello, con la gemma della semifinale al Roland Garros (più altre 10, comprese Montecarlo e Madrid) e le finali a Las Vegas e Bastad. Barazzutti terminò al 9° posto nella speciale classifica, ma fu ripescato dopo il forfait (polemico) di Bjorn Borg. Pur in un girone non proibitivo, Barazzutti chiuse con tre sconfitte contro Dibbs (6-4, 6-4), Gottfried (7-6, 6-4) e Ramirez (3-6, 6-3, 6-4). “Entrare tra i primi otto del mondo e giocare il Masters è uno degli obiettivi più importanti per un tennista insieme agli Slam – ha spiegato Barazzutti a SuperTennis -. Esserci è sempre una grande soddisfazione. Poi quell’anno si giocava al Madison Square Garden: un’emozione di quelle che lasciano il segno. Scendere in campo in quell’impianto è stato un momento di shock potente, di stordimento. È stata una gran bella esperienza, tra l’altro quella settimana lì ci fu anche un bel concerto di Neil Young”.
Fognini-Bolelli e la prima vittoria italiana
L’unico successo italiano alle Finals risale al 2015 ed è firmato dalla coppia Fabio Fognini e Simone Bolelli nel torneo di doppio. I due furono protagonisti di una stagione eccezionale, con la perla degli Australian Open (primo Slam in doppio per gli azzurri dal Roland Garros 1959 firmato Pietrangeli-Sirola), ma anche la semifinale di Parigi e le tre finali Masters 1000 a Indian Wells, Montecarlo e Shanghai. Alla O2 Arena di Londra, dopo aver ceduto nella prima giornata a Jamie Murray e John Peers e nella seconda ai soliti gemelli Bryan, Fognini e Bolelli si tolgono la grande soddisfazione battendo 6-4, 1-6, 10-5 in un’ora di gioco, l’indiano Rohan Bopanna ed il romeno Florian Mergea, firmando così il primo successo azzurro alle Finals.
Berrettini a Londra 2019: la prima vittoria in singolare
Matteo Berrettini aveva riportato l’Italia alle Finals dopo 41 anni in singolare a Londra 2019. Al termine di un’annata spettacolare, con la semifinale agli US Open ciliegina sulla torta, il romano si era conquistato l’ottavo e ultimo pass per la O2 Arena. Dopo le sconfitte con Djokovic e Federer, maturate anche a causa dell’emozione del debutto contro due ‘mostri sacri’ del tennis, Berrettini si era concesso il lusso di centrare la prima vittoria di un tennista italiano battendo 7-6, 6-3 Dominic Thiem nell’ultima (ininfluente) giornata del raggruppamento.