Protagonista indiscussa dal 1980 sino al 1997, la scuderia che porta il suo nome ha scritto numerose e gloriose pagine nella storia di questo sport; non è un caso che ad oggi la scomparsa del suo fondatore lasci sgomenti tutti coloro che fanno parte del Circus della Formula1, a prescindere dal team che si supporta. Frank è partito dal basso per arrivare a creare un impero di successo, nonostante la situazione attuale purtroppo non sia tra le più rosee: nel 1966 fondò la Frank Williams Racing Cars, la quale correrà in Formula2 e Formula3, per poi arrivare nel 1969 in Formula1.
Quegli anni furono complessi, sia per problematiche di vettura (la Politoys FX3 progettata in maniera autonoma nel 1972 andò a schiantarsi nella sua gara d’esordio), sia per problemi economici (pare che a causa del mancato pagamento delle bollette, fossero arrivati a mantenere i contatti con l’esterno esclusivamente grazie ad una cabina telefonica pubblica). L’entrata in scena del magnate petrolifero Walter Wolf mescolò le carte in tavola: assorbì la proprietà della scuderia circa al 60% e ne risollevò le sorti cambiandone il nome, ma a quel punto dopo un breve periodo di collaborazione, Frank decise di lasciare per poter fondare una scuderia propria. Ed è così che nel 1979 nasce la Williams Grand Prix Engineering, un obiettivo raggiunto insieme all’ingegnere Patrick Head, progettato e fondato in un negozio di tappeti abbandonato a Didcot. È da qui che ha inizio una carriera brillante, conquistando nel 1980 il primo titolo sia piloti (A. Jones) che costruttori (C. Reutemann) con la FW07; altro titolo sarà portato in scuderia nel 1982 da K. Rosberg, sebbene però per il mondiale costruttori purtroppo ci sarà ben poco da fare. Nel 1983 comincia la gloriosa era motorizzata Honda con i primi successi collezionati da N. Mansell, ed almeno fino al 1987 la FW11 diviene a tutti gli effetti la vettura da battere. Purtroppo nel 1986 un drammatico incidente stradale costrinse Frank sulla sedia a rotelle a causa della rottura della spina dorsale, e lì cominciarono i problemi per il team: la Honda iniziò a dubitare delle capacità di gestione date le sue condizioni ed inoltre non gradiva il rapporto conflittuale tra Piquet e Mansell, ragioni per cui la loro collaborazione giunse al termine (tant’è che decideranno poi di fornire la scuderia McLaren). A quel punto la Williams fu costretta ad adottare un propulsore artigianale, Judd, che purtroppo però non rendeva la vettura performante e costante, e sommando il tutto ad alcuni errori e problematiche di salute di Mansell, il quadro di quegli anni risulta chiaramente complicato. Le sorti si risollevarono nel 1989 con l’arrivo della collaborazione con Renault grazie alla quale dopo qualche anno di rodaggio, nel 1991 i buoni risultati di R. Patrese e T. Boutsen riportarono la scuderia nuovamente in lotta per i migliori piazzamenti. Tant’è che l’anno successivo Mansell si laureò campione del mondo salutando così il team, che concesse il suo sedile ad A. Prost: l’esordio non fu semplice, ma ciononostante grazie a lui si annovera un altro titolo mondiale ad arricchire il bottino.
Insomma, tanti sono i nomi celebri che hanno onorato la storia di questa scuderia (quali anche D. Hill, N. Piquet, A. Senna, etc.), ma a conclusione del periodo di massimo splendore c’è sicuramente J. Villeneuve con il suo titolo conquistato nel 1997. All’indomani di questa conquista purtroppo l’ombra del ritiro della Renault incombeva sulla scuderia compromettendone il futuro, almeno sino al 2003: l’arrivo dei motori BMW tre anni prima diede nuova linfa a J. P. Montoya, costantemente in lotta per i gradini più alti del podio. Situazione che purtroppo non è destinata a durare. Infatti dalla stagione successiva fino ad oggi, non c’è stato più alcun “guizzo” da parte della scuderia e sebbene conservi ancora il fascino del suo prestigioso passato, i presupposti per il suo futuro sono davvero incerti.
Scritto da: Silvia Napoletano
Fonte: https://www.circusf1.com/2021/11/sir-frank-williams-unicona-diventata-leggenda.php