Infatti, nonostante fossero stati introdotti già nel 2019 – in via sperimentale, con un decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – con l’obiettivo di rendere la mobilità sostenibile, si sono tuttavia convertiti in un vero e proprio fenomeno privo di controllo, specialmente quando usati in maniera sconsiderata e inopportuna.
Proprio a tal fine, il nuovo “Osservatorio Monopattini” attivato da ASAPS ha raccolto i dati relativi agli incidenti più gravi e le città in cui si sono maggiormente verificati. In testa c’è Milano, seguono Torino e Roma.
Monopattini elettrici, pericolo o nuova mobilità? Il confronto
123 INCIDENTI TRA CADUTE E SCONTRI FRONTALI
Secondo quanto riportato dall’Associazione, la regione con il tasso più elevato di incidenti è la Lombardia che fa registrare 54 sinistri, con Milano in testa alla classifica delle grandi metropoli. Segue il Piemonte con Torino e 14 sinistri gravi. Chiude il podio il Lazio con 13 incidente gravi quasi tutti avvenuti a Roma, dove si è registrata una situazione nei mesi post lockdown particolarmente difficile.
Nonostante il numero di questi mezzi sia alquanto ridotto, ASAPS fa sapere che dal 1° gennaio al 13 dicembre 2020 sono stati accertati ben 123 incidenti seri, 11 feriti in prognosi riservata, 47 feriti con prognosi superiore ai 40 giorni e con la principale causa di sinistro da individuare nella caduta autonoma.
Seguono gli scontri frontali e laterali, spesso agli incroci stradali, dove non vengono rispettate le precedenze, e gli scontri contro ostacoli fissi. ASAPS ha, poi, conteggiato anche ben 8 sinistri con conducenti di monopattini alterati dall’alcol e denunciati all’autorità giudiziaria per guida in stato d’ebbrezza.
AUMENTARE CONTROLLI
“Siamo d’accordo con l’utilizzo di mezzi di micromobilità elettrica, anche come aiuto all’ambiente per limitare l’inquinamento nelle città, come ci chiede anche l’Europa – dichiara Giordano Biserni Presidente ASAPS – ma vediamo troppi utenti cavalcare le strade con i monopattini, come se fossero in una prateria stradale, che invece non esiste […]. Vanno aumentati i controlli e le sanzioni e introdotto da subito il targhino, mentre è consigliabile l’uso del casco, vista la gravità delle lesioni che molti conducenti hanno riportato anche nelle cadute autonome. Sarebbe poi necessario l’obbligo di una copertura assicurativa anche per i mezzi non noleggiati ma in uso ai privati.”