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Sono trascorsi solo pochi giorni dal termine ultimo per l’iscrizione al campionato di serie A1 ed è doveroso scrivere qualcosa. Per farlo parto da un titolo scovato in rete:
E’ un titolo che stimola e che aiuta a trasformare tanti pensieri in qualcosa da condividere. Perché la realtà è che abbiamo davvero vissuto una favola, una di quelle storie da raccontare ai nipoti. Circondati da passione, affetto, entusiasmo e stima, abbiamo girato l’Italia in lungo e in largo, seppur accompagnati da preoccupazioni e sacrifici.
Lo abbiamo fatto con l’orgoglio di rappresentare qualcosa di più di una semplice comunità o di una piccola società di provincia; lo abbiamo fatto con la volontà di rappresentare la storia di un gruppo di appassionati che, giocando nell’unico spazio disponibile del Paese (il campo all’aperto dell’oratorio), più di 40 anni fa decisero di “mettersi in proprio” per rincorrere il sogno del… “dove si può arrivare, mettendo tutto l’impegno, la forza e la volontà dentro un progetto?”.Lo abbiamo fatto con la fierezza e l’umiltà di rappresentare un territorio, le Marche, chiamato costantemente a rimboccarsi le maniche per ripartire dopo le prove che periodicamente il destino riserva; ma lo abbiamo anche fatto rappresentando un’azienda, la Lardini, che di quel territorio è simbolo e che con caparbietà, qualità e originalità è divenuta un’eccellenza internazionale.
Lo abbiamo fatto con la gratificazione di rappresentare, attraverso un’atleta simbolo come Federica Feliziani, il sogno delle tante giovani atlete che aspirano ad arrivare a giocare in serie A, emulando le gesta di chi dalla categoria più bassa è arrivata in cima, tatuandosi sulla pelle la maglia numero 5.
Lo abbiamo fatto con il contrasto delle emozioni più intense, come la gioia e il dolore, nel momento della tragedia più grande per tutta la nostra Comunità con la morte dell’amico Michele Scarponi avvenuta il giorno dopo la premiazione in Regione e i festeggiamenti in preparazione per la promozione in A1. Lo abbiamo fatto con l’onore di rappresentare la passione vera di tanti tifosi, alcuni dei quali (la Curva Over e la Curva Lardini) divenuti simbolo societario in tutti i palasport d’Italia per il loro attaccamento, la loro dedizione e soprattutto per il modo diverso di vivere il tifo per la squadra del cuore, fatto di condivisione e relazione con le altre tifoserie e impregnato di un valore che trascende l’evento sportivo, l’amicizia che permette di affrontare la vita con la predisposizione verso gli altri.
Lo abbiamo fatto con il sostegno di tanti, sempre a testa alta, in ogni palasport, contro qualunque avversaria.Questa è la favola. E per il momento, come per tutto ciò che riguarda gli esseri umani, essa è terminata. Penso anche che chi ha avuto la possibilità di viverla possa considerarsi fortunato.
Ora ci siamo di nuovo rimboccati le maniche e ripartiamo da un progetto “giovani” in un campionato nazionale. Se riusciremo a costruire un’altra favola molto dipenderà dalla determinazione, dalla fortuna e dal desiderio di tanti appassionati che ancora ci circondano. La tanta strada da percorrere non ci spaventa, perché la caparbietà, l’abnegazione, il senso di appartenenza e di responsabilità sono quelli di sempre. Sognare non è vietato e… aiuta a vivere meglio.