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Vittoria e sconfitta sono concetti che durante la carriera da pallavolista, e per un breve periodo anche di direttore sportivo, hanno costituito gran parte della sua quotidianità. Con questi due fenomeni Giorgio Barbareschi, ex giocatore di Montichiari, Cagliari, Latina, Perugia ed ex DS della Conad Reggio Emilia, ha convissuto, lottato, fatto pace. E sui quali ha scritto un libro, che in poche settimane è diventato un piccolo caso editoriale.
“ (uscito ad agosto 2020 per l’editore Ultra, n.d.r.) ”.
Flavio Tranquillo, da anni la voce del basket per Sky Sport, ne ha curato la prefazione. Lei lo portò anche a Reggio Emilia, per un incontro con gli atleti durante la sua stagione da direttore sportivo.
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Il capitolo sulla pallavolo è dedicato alla Generazione dei Fenomeni e alla sconfitta di Atlanta ’96.
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Ne parlò mai con qualcuno di loro?
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Giani ha dichiarato che non ha vissuto a lungo con lo spauracchio dell’ultimo punto perso.
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Travica invece mi ha confessato che da una semifinale scudetto persa si è ripreso dopo molti mesi.
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La sua reazione più plateale?
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Ci sono giocatori ma anche allenatori che proprio non digeriscono la sconfitta. Ne ha avuti?
“(ride, n.d.r) ”.
Le vittorie, invece, quanto sono difficili da vivere?
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La tennista Schiavone ha scritto recentemente che, dopo il successo al Roland Garros, non è più riuscita a pensare alla vittoria in maniera concreta.
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