L’aveva detto in una delle ultime riunioni a Palazzo Chigi. “Basta con tutta questa gente che sta lì da più di vent’anni…”. Parole di Vicenzo Spadafora da Afragola, ministro dello sport, pronto a dare battaglia alla Casta. Ed ecco la sua rivoluzione che getta nel caos più totale il mondo dello sport italiano. Nella bozza del testo unico della riforma è previsto infatti un limite di soli due mandati per il presidente del Coni, di tre per i presidenti federali. Quindi, se dovesse davvero essere approvata entro agosto andrebbero a casa Malagò (ma ci sono interpretazioni discordanti), Petrucci, Barelli, Binaghi, Aracu, Di Rocco, Luciano Rossi, Scarso, Ravà, Gravina (un mandato da presidente e cinque da consigliere federale), Sticchi Damiani, Urso, Bonfiglio, Chimenti, Iaconianni, Scarzella, Casasco e tantissimi altri. Una parte importante del mondo dello sport italiano. Che ha fatto la storia e che da un giorno all’altro si vuole mandare alla casa. Ma non è affatto detto che la bozza di Spadafora venga approvata. Italia Viva si è già messa di traverso, il Pd con Patrizia Prestipino ha parlato di norma “contra personam” (e la “personam” è Malagò…). Pare che non tutti all’interno del Movimento dei Cinque Stelle siano a favore delle decisioni di Spadafora, Leu invece è a favore, il Pd ha forti dubbi e vuole vederci chiaro la prossima settimana quando il ministro incontrerà i partiti di maggioranza. Forza Italia è contraria. La bozza poi dovrebbe andare alle commissioni di Camera e Senato, parere non vincolante, e successivamente a “Stato-Regioni” dove il centrodestra farebbe opposizione. Infine, dovrebbe passare in consiglio dei ministri per l’appovazione definitiva (essendo una egge delega, non deve passare dal Parlamento): Spadafora può anche chiedere tre mesi di proroga e arrivare a novembre se, come possibile, non riesce a chiudere prima. Nel frattempo moltossimi presidenti di Federazione andrebbero al voto: fra settembre-ottobre sono già previste le urne per Nuoto, Canoa, Tennis, Golf, Medici Sportivi, Bocce. Altri si aggiungeranno: una sfida al ministro. Tu ci cacci e noi votiamo…
Per molti presidenti, questa, è una norma illegittima e sono pronti a dare battaglia su tutti i fronti. E il Cio inoltre che direbbe? Il Cio da tempo ha messo nel mirino il governo italiano e potrebbe considere questa riforma ingerenza govenativa e sospendere quindi il Coni (lo ha già fatto con molti comitati olimpici nazionali). Una brutta grana in vista di Tokyo. Inoltre molti presidenti federali hanno anche incarichi internazionali: ci potrebbero essere problemi seri. Spadafora si trova adesso di fronte un mondo quantomai inferocito. Un caos che non ci voleva in un momento così delicato di ripartenza con il Dipartimento Sport che prenderà sempre più potere e assumerà personale. Con gli equilibri fra Coni e Sport e Salute ancora da risolvere dopo 18 mesi di limbo, come dice Francesco Ricci Bitti (ma dalla bozza il Coni esce più forte, più soldi in cassa e più esercito a disposizione…). Ultima cosa: previsto un solo mandato per “Nado Italia”, ora affidata al generale Leonardo Gallitelli, comandante generale dell’Arma dei Carabinieri dal 2009 al 2015. Ma lo sa Spadafora l’importanza dell’antidoping? Gallitelli sta portando avanti un lavoro di trasparenza e serietà, perderlo sarebbe un danno grave per lo sport italiano.