A Casa Sky Sport è intervenuto lo schiacciatore della Lube: “Ho lottato tanto per le Olimpiadi e non mollerò: il mio ritiro è rimandato. Non assegnare lo scudetto è stata la scelta giusta”. Ospite anche Miriam Sylla: “In caso di oro olimpico sono pronta allo scalpo come Camoranesi”
“Il mio ritiro è sicuramente rimandato. Ho lottato tanto per le Olimpiadi e non mollerò”. Ospite a Casa Sky Sport, Osmany Juantorena conferma di non voler rinunciare al sogno dell’oro olimpico ed è pronto ad aspettare anche un altro anno: “Ripetere il percorso del 2016 sarebbe di per sé grandioso, riuscire poi a vincere la finale… sarebbe incredibile. Mi è dispiaciuto tantissimo che le abbiano rinviate quest’anno, ma vista la situazione è giusto così”. A causa dell’emergenza coronavirus sono stati rinviati i Giochi e il campionato italiano è stato definitivamente fermato: “Non consegnare lo scudetto è stata la cosa giusta, anche se eravamo primi, perché nel nostro torneo ci sono i playoff – ha spiegato lo schiacciatore della Lube -. Lo scudetto bisogna meritarselo. In questo momento penso alla salute delle persone, la preoccupazione mia è che tutti stiano bene. Credo che sia doverosa la scelta adottata dalla Federazione e dalla Lega”. Ma come sta vivendo questo periodo? “La mia famiglia è a Cuba, io sono da solo. Mi cucino, mi alleno, faccio tutto da solo – ha aggiunto -. Avere figli è una grande emozione e non mi impedisce di fare il mio lavoro. È uno stimolo in più per andare avanti, è bello quando vengono a vedere le partite e fanno il tifo per te”. Juantorena è sembrato avere le idee chiare anche per quanto riguarda il futuro, affermando che “sono in scadenza di contratto. Abbiamo trovato un accordo con la Lube per prolungare, ma è stato impossibile andare avanti a causa di questa situazione“. Chi, invece, ha detto addio è il suo ormai ex compagno di squadra, Bruninho: “È un campione, un grande uomo di squadra – ha detto -. Mi è dispiaciuto ovviamente, ma ha fatto una scelta sua di vita: tornare in Brasile ed è una decisione da rispettare. Ha vinto davvero tutto, resta un amico per me e gli auguro tutto il bene possibile”. Infine una battuta sulla sua partita perfetta: “È difficile trovarne una perché non si è mai perfetti – ha concluso -, ma durante l’ultimo trofeo vinto, la Coppa Italia, credo di aver fatto una grandissima partita. Si può fare sempre meglio, ma è stata una delle migliori di questa stagione”.
Sylla: “In caso di oro olimpico sono pronta a rasarmi”
A Casa Sky Sport è stata ospite anche Miriam Sylla, stella dell’Imoco: “Accettiamo lo stop perché è una situazione difficile, ma avrei aspettato prima di buttar via la stagione – ha spiegato la schiacciatrice -. Da dove tiro fuori la mia grinta? Quando entro in campo sento un’energia che a volte mi porta anche a esultare in maniera eccessiva e c’è qualcosa che mi sprona a trasmettere quest’energia alle mie compagne. Mi sono resa conto negli ultimi anni che, con poche parole, riesco a dare la giusta motivazione alle mie compagne: sono leader in questo e non magari in termini di punti. Forse perché guidata dalla voglia di vincere che mi porto in campo”. Il discorso, anche in questo caso, si sposta inevitabilmente sulle Olimpiadi: “In caso di oro sarei stata disposta a farmi i capelli di qualsiasi colore – ha scherzato, prima di lanciare una scommessa con Consuelo Mangifesta -. Lo scalpo come Camoranesi? Va bene, in caso di vittoria sono disposta a tutto: me li rasi tu”. Successivamente la 25enne ha raccontato un aneddoto sulla sua prima Supercoppa Italiana: “C’era il figlio del nostro allenatore che si era preso la malattia chiamata ‘mani, bocca, piedi’. Il giorno dopo avevo le mani che mi pulsavano, poi tutto il corpo, con questi puntini rossi che fuoriuscivano. Io non volevo fermarmi e volevo giocare, ma sono stata costretta a mettere i guanti in lattice che si strappavano a ogni azione, i piedi che mi si gonfiavano. Di conseguenza non riuscivo a giocare sempre e al massimo delle mie potenzialità. Era la mia prima Supercoppa, contro Montichiari”. Infine, sul suo futuro, ha dichiarato: “Io a Kazan? Non ne so niente”.