La mobilità post-pandemia in Italia, soprattutto dal punto di vista del bike sharing, si sta sviluppando secondo pieghe diverse. Ad analizzarla, è stato il IV Rapporto Nazionale sulla Sharing Mobility, che ha fornito i numeri del 2019 e i primi dati offerti dal 2020 riguardo il tema.
Bike sharing, 2019 più che positivo
Concentrandoci esclusivamente sul bike sharing, il primo dato da sottolineare è che nel 2019 il settore è ampiamente cresciuto sia come città servite che per numero di esemplari circolanti (12,5 milioni di utilizzi, record). Ed è la modalità flee floating, “a flusso libero” (quella che non prevede stalli di presa e rilascio dedicati) quella che ha registrato l’aumento maggiore, +150% rispetto al 2017. I servizi flee floating, tra cui rientrano anche le biciclette, sono preferite per i percorsi molto brevi, nel 73% dei casi entro 500 metri e con un tempo di percorrenza inferiore ai 5 minuti nell 50% e oltre dei casi.
Un 2020 difficile
Il 2020 propone numeri diversi. Il bike sharing è tornato ai livelli pre-Covid solamente a settembre 2020, almeno nelle maggiori città italiane. Se però l’analisi diventa più specifica, ci sono profonde differenze. I noleggi, in media, sono infatti aumentati a Milano e Palermo, mentre invece le altre città hanno conosciuto una netta diminuzione, con Roma al primo posto di questa classifica negativa. I motivi sono sostanzialmente due: lo smart working, che ha necessariamente “tolto” dalle strade tantissimi potenziali utenti; e il sempre più crescente utilizzo dei monopattini elettrici.
Monopattini elettrici, pericolo o nuova mobilità? Il confronto
Lo studio ha riportato un dato significativo per spiegare il vantaggio dei monopattini rispetto alle biciclette: a parità di tempo medio di noleggio (9,6 minuti per entrambi), infatti, con la bicicletta si percorre una distanza media di 900 metri, mentre il monopattino elettrico si spinge fino a 1,6 km. Una differenza netta e sostanziale. Vedremo se in futuro i valori potranno essere ribaltati.