Bravi bravi. Cosa puoi dire a un’azienda come Benelli? In (relativamente) pochi anni è completamente rinata grazie a importanti investimenti, tutti provenienti da oriente, ma soprattutto grazie allo sviluppo di una gamma completa e completamente diversa dal passato. Sono moto di piccola-media cilindrata, facili ma soprattutto economiche: il pubblico li ha premiati. E anche la ha ha tutte le carte in regola per fare bene. Durante la presentazione, svoltasi sui colli pesaresi, abbiamo fatto quattro chiacchiere con i vertici dell’azienda, che a quanto pare non intendono fermarsi qui.
DUBBI CONCESSI– D’altra parte il dubbio era più che lecito: lo sviluppo e la progettazione del nuovo motore monocilindro ha richiesto 4 anni e investimenti di un certo rilievo(si parla di oltre 10 milioni di euro), impossibile ammortizzare l’esborso con una moto sola (peraltro così economica). E dall’alto, Yan Haimei in primis (attuale General Manager), confermano: “In futuro avremo anche altre moto con il nuovo motore“, ma sempre dello stesso genere (magari una scrambler, magari un café racer). D’altronde la sua architettura lo rende il perfetto compagno di moto dallo spirito pacifico, non certo sportivo.
Non è finita qui: da Benelli infatti c’è la promessa che l’Imperiale 400 (nome rievocato dalla storica azienda MotoBi: in quel caso però l’Imperiale aveva il cilindro orizzontale) non è che la prima di una lunga serie di moto classiche, che avranno anche altre cilindrate. Con molta probabilità però non verranno utilizzati gli attuali bicilindrici raffreddati a liquido (come i frontemarcia che equipaggiano la Leoncino, rispettivamente di 500 e 754 centimetri cubi), in quanto non in linea con lo spirito “classic” di queste moto, dove le alettature sui cilindri e il raffreddamento ad aria sono il vero tratto distintivo. Per ora sono solo chiacchiere, ma tra non molto potremmo saperne di più.