in

Ciclismo, Tour de France: Lutsenko vince il salita. Adam Yates mantiene la maglia gialla

Tirato fuori d’urgenza dalla doccia dopo il traguardo di Privas, con il volto oscurato dalla mascherina, non era apparso chiaro il grado di godimento di Adam Yates per avere conquistato la maglia gialla. In fondo tutto era nato da un regalo di Alaphilippe, da quella borraccia usata in territorio vietato. Capita, e poi è un momento un cui le borracce al Tour vanno di moda: neanche 24 ore dopo un’altra, vacante sull’asfalto, per poco non costa una spalla a Dayer Quintana, il fratello di Nairo. Vi sale sopra con la bici e finisce pesantemente a terra.
 
“Prendere la maglia gialla così non piace a nessuno”, aveva detto Yates. Ora, dopo il Mont Aigoual, può sentire più suo il primato. Il britannico si destreggia senza tremare sul filo dei secondi di una classifica che più provvisoria non si può, respingendo le velleità altrui, misteriose in quanto rimaste nelle intenzioni. L’unico a rosicchiargli qualcosa è proprio Alaphilippe, che in vista del traguardo ha un sussulto che sa di rimpianto. Per il francese un piccolo secondo in cassaforte.
Non cambia la classifica, ma cambia il palmares di Aleksej Lutsenko. E’ uno di quei corridori che di fughe importanti ne ha cercate parecchie in carriera, alcune peraltro portate a termine. Stavolta azzecca la migliore possibile di diventa il secondo kazako a vincere una tappa della Grande Boucle. Per trovare l’altro, bisogna andare indietro 10 anni, ad Alexander Vinokourov, attualmente padre padrone dell’Astana, il più vincente e discusso (fedina doping tutt’altro chelinda) alfiere del ciclismo kazako. .”Oggi ne abbiamo parlato prima della partenza nella riunione con Vinokurov – svela il trait d’union il vincitore – avevo già un distacco di circa sei minuti e dunque avevo programmato questa fuga”.

In un Tour privato delle cime storiche, il Mont Aigoual non brilla per nobiltà. Un solo contatto con il Tour, datato 1987: passò in testa Silvano Contini, bel talento mai completamente espresso nonostante una Liegi e un secondo posto al Giro dietro re Hinault. La maglia gialla fa cambiare abitudini ad Adam Yates: lui è solito correre nelle retrovie, stavolta è ‘costretto’ a stare davanti per evitare sorprese. Considerando quanto fatto dalla Ineos di Bernal alla Jumbo di Roglic, poteva starsene anche dietro.

Il clou arriva un po’ prima dell’ascesa finale: Col de la Lusette (11,7 km con punte dell’11%). E’ qui che la fuga di giornata dirime i propri dubbi. Oltre a Lutsenko, ne fanno parte Herrada, Roche, Cavagna, van Avermaet, Powless, Boasson Hagen, e il nostro Daniel Oss (piccolo segnale d’Italia, l’altro è prodotto da uno scatto di Aru, che se ne sta per un po’ da solo davanti al gruppo dei migliori prima di rientrare nei ranghi). La mezza sorpresa è una assenza: manca Thomas De Gendt, uno che si solito in queste situazioni ci entra sempre o quasi. Il personaggio è invece Powless: si tratta del primo nativo americano al Tour. E’ della tribù Oneida, significa Popolo della Pietra Eretta. Powless, che compie anche gli anni (24) si fa prendere troppo dall’entusiasmo, rompendo definitivamente gli equilibri. Lutsenko invece è un navigatore di lungo corso, sa gestirsi e resta presto solo soletto. L’unico che prova a dargli fastidio è Herrada, ma quando scatena la caccia è tardi. E Lutsenko fa il salto di qualità: “Questa è una vittoria molto importante per me, al Tour è la consacrazione di un corridore. Sono molto contento, ho lavorato molto per trovare questa vittoria”.

ORDINE D’ARRIVO
1. Alexey Lutsenko (Kaz, Astana) in 4h32’34”
2. Jesus Herrada (Esp, Cofidis) a 55″
3. Greg Van Avermaet (Bel, CCC Team) a 2’15”
4. Neilson Powless (Usa) a 2’17”
5. Julian Alaphilippe (Fra)a 2’52”
6. Bauke Mollema (Ned) a 2’53”
7. Michal Kwiatkowski (Pol) s.t.
8. Egan Bernal (Col) s.t.
9. Richard Carapaz (Ecu) s.t.
10. Adam Yates (Gbr) s.t.
11. Tadej Pogacar (Slo) s.t.
13. Nairo Quintana (Col) s.t.
14. Thibaut Pinot (Fra) s.t.
15. Tom Dumoulin (Ned) s.t.
21. Primoz Roglic (Slo) s.t.
25. Miguel Angel Lopez (Col) s.t.
37. Fabio Aru (Ita) a 3’01”
CLASSIFICA GENERALE
 1. Adam Yates (Gbr, Mitchelton-Scott) in 27h03’57”
2. Primoz Roglic (Slo, Jumbo-Visma) a 3″
3. Tadej Pogacar (Slo, UAE-Emirates) a 7″
4. Guillaume Martin (Fra) a 9″
5. Egan Bernal (Col) a 13″
6. Tom Dumoulin (Ned) s.t.
7. Esteban Chaves (Col) s.t.
8. Nairo Quintana (Col) s.t.
9. Romain Bardet (Fra) s.t.
10. Miguel Angel Lopez (Col) s.t.
12. Thibaut Pinot (Fra) s.t.
16. Julian Alaphilippe (Fra) a 15″
19. Alejandro Valverde (Esp) a 34″
20. Richard Carapaz (Ecu) a 41″
29. Fabio Aru (Ita) a 3’45”


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/sport/rss2.0.xml


Tagcloud:

GP Italia, Leclerc: “Riuscirò a far tornare competitiva la Ferrari”

Per la Chromavis Abo subito derby provinciale con l’Esperia