La prima resa dei conti è arrivata, ma dopo Piancavallo il Giro ha ancora due re. Joao Almeida, che resta aggrappato alla maglia rosa. Lo fa da corridore vero: nel momento della verità resta solo, la bocca spesso aperta, le linguacce che ricordano Thomas Voeckler, ma sempre composto in bici. Grinta e classe, poi l’immagine bella e drammatica: steso sull’asfalto per recuperare energie chissà da dove. Tosto, tiene la rosa per dodici secondi. “È stata durissima, davanti sulla salita finale andavano troppo forte per me. Conosco il mio corpo e i miei limiti, quindi mi sono staccato”, è la sua analisi. “Sono contento di essere riuscito a salvare la maglia rosa, ancora una volta devo dire grazie al mio team”.
L’altro re, sia pure con un pizzico – ma proprio un pizzico- di delusione, è Wilco Kelderman: forte, soprattutto molto regolare lui, molto forte la squadra (il team Sunweb). Prima il ritmo di Denz, poi quello di Hamilton, quindi Hindley: tutti fanno la loro parte, al posto ed al momento giusto. Nei tratti più duri della salita finale tolgono certezze agli aspiranti al successo finale (tranne che ad uno…), poi nei famosi tratti pedalabili fanno la differenza. L’assalto alla maglia rosa fallisce, ma la sensazione è che si tratti solo di un appuntamento solo posticipato.
<<La cronaca della tappa>>
La tappa di Piancavallo se la prende comunque Geoghegan Hart. Ancora uno del Team Ineos (quinta vittoria degli orfani di Thomas) che vince: il britannico sfrutta alla grande il lavoro degli uomini di Kelderman, poi sul traguardo piazza il suo guizzo rapinoso e domina la volata a tre. Bel personaggio, ex aspirante calciatore, tifosissimo dell’Arsenal. Una vitoria dedicata a chi non c’è più: “Non ci credo ancora, abbiamo avuto una corsa davvero dura fino ad oggi. Siamo una grande squadra. Tutti sanno quanto è stato difficile per me il Giro d’Italia, soprattutto lo scorso anno. E’ stato un anno durissimo per noi, voglio ringraziare il nostro staff e i nostri sponsor. La morte di Nicolas Portal? (il suo ds, scomparso lo scorso mese di marzo). Voglio dire alla sua famiglia che mi manca moltissimo, nessuno lo può sostituire”.
Due re e tanti sudditi sconfitti. Fuglsang, Pello Bilbao, Majka, Pozzovivo. Ma soprattutto Vincenzo Nibali. Lo Squalo patisce i cambi di ritmo, non si spezza ma si piega in maniera evidente. La sua sconfitta è probabilmente iniziata con il ritiro di Brambilla, che segue quelli di Ciccone e, nella parte iniziale del Giro, di Weening. Avrebbe perso lo stesso a Piancavallo, ma ci fosse stato un maggiore supporto di squadra, i danni sarebbero stato inferiori all’abbondante minuto e mezzo.
ORDINE D’ARRIVO
1 Tao Geoghegan Hart (Ineos) 4:58:52
2 Wilco Kelderman (Team Sunweb) a 0:02
3 Jai Hindley (Team Sunweb) 0:04
4 Joao Almeida (Deceuninck-Quick Step) 0:37
5 Rafal Majka (BORA-hansgrohe) 1:22
6 Patrick Konrad (BORA-hansgrohe) 1:29
7 James Knox (Deceuninck-Quick Step) 1:36
8 Pello Bilbao (Bahrain- McLaren) “
9 Jacob Fuglsang (Astana Pro Team) “
10 Vincenzo Nibali (Trek-Segafredo) “
11 Fausto Masnada (Deceuninck-Quick Step) 1:38
12 Domenico Pozzovivo (NTT Pro Cycling) 1:54
13 Antonio Pedrero (Movistar) “
14 Hermann Pernsteiner (Bahrain-McLaren) “
15 Branvon McNulty (UAE-Team Emirates) 2:43
CLASSIFICA GENERALE
1. Joao Almeida (Por, Deceuninck-QuickStep) in 59h27’38”
2. Wilco Kelderman (Ned, Sunweb) a 15″
3. Pello Bilbao (Esp, Bahrain-McLaren) a 2’56”
4. Tao Geoghegan Hart (Gbr) 2’57”
5. Pello Bilbao (Esp) 3’10”
6. Rafal Majka (Pol) a 3’18”
7. Vincenzo Nibali (Ita) a 3’29”
8. Domenico Pozzovivo (Ita) a 3’50”
9. Patrick Konrad (Aut) a 4’09”
10. Fausto Masnada (Ita) a 4’12”
12. Jakob Fuglsang (Den) a 5’07”