Citroën celebra il suo primo secolo di vita. il Marchio del double chevron ha cambiato il mercato francese, ma non solo. Adesso la Casa transalpina è in mano a Linda Jackson, il CEO inglese ha rilasciato un’intervista in cui anticipa le strategie future del marchio.
Linda Jackson è una dei manager auto di maggiore impatto negli ultimi anni. Di successo e con idee. Abbiamo parlato con la pragmatica e gentilissima manager nel centro della capitale francese, a pochi passi da dove cento anni fa cominciò tutto, praticamente di fianco a dove l’ex stabilimento dove André Citroën iniziò la storia.
E’ stressante essere a capo di un Marchio così importante?
“Adoro questo lavoro. Ogni giorno mi alzo e il mio compito è quello di valutare i progetti, il design, parlo con i venditori. Il contatto con i nostri clienti. Un ruolo importante e stimolante”.
Il momento pare epocale: l’era dell’elettrificazione è alle porte.
“Il nostro piano è definito e rispetteremo la scaletta. Nel 2020 arriverà C5 Aircross, il SUV ibrido ricaricabile. Più avanti un nuovo modello elettrico, una compatta del Segmento C (come C4 o VW Golf) che avrà anche motorizzazione Diesel e Benzina. Entro il 2025 ogni modello della gamma avrà una versione elettrificata. Pronti alla modernità”
Il sorpasso delle auto elettriche quando ci sarà?
“Non credo ci sia una persona al mondo in grado di stabilirlo con esattezza. Non dipende da Citroen e dagli altri Costruttori. Si deciderà in base alle politiche dei Governi, alle infrastrutture presenti e alla scelta dei clienti. Fattori importanti, che non permettono di fissare date certe”.
I motori a gasolio non al capolinea?
“Il Marchio che dirigo ha intenzione di essere credibile. I limiti di emissioni di CO2 sono stati fissati. Daremo ai clienti quello che ci chiederanno, le auto di cui riterranno avere bisogno. Faremo ancora motori Diesel, ma abbiamo fermato lo sviluppo. Al momento il Diesel pare in calo drastico di vendite in Europa. Vedremo se si stabilizzerà o come continuerà la sua discesa. Sono due prospettive davvero diverse”.
Il Diesel è sempre stato un punto di forza dei Marchi francesi: non pesa questo abbandono, in pratica deciso dalla politica e non dalla tecnologia?
“Vendiamo automobili: non operano in un campo emozionale. Si tratta di affari, non di sentimento”.
Tra FCA e Renault il dialogo continua. Siete interessasti a fusioni o alleanze?
“Nella nostra scaletta non sono previste. Abbiamo il nostro Gruppo, PSA, con Peugeot, Opel e DS. Guardiamo intorno a noi, è chiaro. Ma siamo pronti su ogni fronte di sviluppo: non abbiamo bisogno di altro in questo momento. Siamo in un ottimo bilanciamento”.