ROMA – Giornata storica per il tennis. L’assemblea dell’ITF, la federazione internazionale, ha infatti dato oggi il via libera alla riforma della Coppa Davis a partire dalla stagione 2019. Il nuovo format è stato approvato con il 71,43% dei voti (ne bastavano i due terzi).
MODIFICHE DOPO 118 DI STORIA – Nella terza e conclusiva giornata di lavori dell’Annual General Meeting ITF, in svolgimento a Orlando, in Florida, le 144 federazioni nazionali presenti hanno approvato la riforma destinata a trasformare in modo radicale la Coppa Davis, la competizione a squadre maschile più antica e prestigiosa del mondo con 118 anni di storia. A dare parere positivo alla riforma sono state Francia, USA, i paesi africani e dell’America Centrale e i Caraibi oltre che Argentina, Brasile, Canada, Paesi Bassi e Belgio. Muro di Gran Bretagna, Germania e Australia, ma a nulla è servito il loro “no”.
ARRIVANO LE ‘FINALS’ – La Coppa Davis si trasforma in una specie di Mondiale, denominato ‘Finals’ che sarà giocato in sede unica europea (a Lille per i primi due anni, poi forse negli Usa a Indian Wells) e in una settimana, alla fine della stagione. Diciotto le squadre partecipanti: 12 arriveranno dagli scontri diretti in primo turno (come nella formula attuale), 4 saranno le semifinaliste dell’anno prima, 2 le wild card invitate. I set non saranno più tre su cinque, ma due su tre, e non si giocheranno più quattro singolari e un doppio su tre giorni, ma due singolari e un doppio nella stessa giornata. Far sì che una sconfitta 3-0 dia zero punti e una per 2-1 ne assegni uno, un po’ come avviene nel Mondiale di volley dove in caso di tiebreak si assegnano due punti ai vincitori e uno agli sconfitti, garantirebbe a esempio incontri più competitivi.
ALLA RICERCA DEI MIGLIORI GIOCATORI – L’obiettivo del nuovo format è quello di mettere tanti soldi sul piatto, con un impegno meno gravoso nel corso della stagione. Si spera così di attirare tutti i migliori giocatori che spesso snobbano la competizione, e di attirare l’interesse delle televisioni. I pareri favorevoli alla riforma di Nadal e Djokovic sono certamente un buon punto di partenza perché la rivoluzione diventi evoluzione. Il nuovo format avrà un impatto anche sul comportamento dei tifosi, chiamati a dover seguire la propria squadra in trasferta, come avviene già oggi ad esempio per le Olimpiadi o per le grandi rassegne internazionali a squadre.