Credits: Michele Benda
Di
Max Colaci, libero della Nazionale italiana che si appresta a vivere il Mondiale il casa, ha rilasciato una bella intervista a 360° al Corriere dello Sport. Nazionale del passato e del presente, la pressione e la sua famiglia: tante le tematiche presenti.
II conto alla rovescia si sta esaurendo. Avvertite la pressione di un mondiale casalingo?
Nelle ultime due stagioni dalle stelle alla stalle: dalla finale olimpica a Rio de Janeiro 2016 al fallimento agli Europei dell’anno scorso.
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E l’Italia che farà i Mondiali è una squadra diversa, che recupera Juantorena e Zaytsev.
Cosa ricorda dei Mondiali italiani del 2010?
Quattro anni fa andammo malissimo in Polonia e ciò che emerse dopo il fallimento fu anche peggio del risultato.
Dopo l’anomala situazione del 2017, con l’esclusione di Zaytsev per via della vicenda scarpe – Fipav, non è poco.
Il libero nel volley è come il portiere nel calcio.
Sarà un Mondiale difficile, un eventuale passo falso diventa una zavorra che rischia di condizionare l’intero cammino.
Secondo lei quale è la nazionale più attrezzata per vincere il titolo?
Colaci libero pensatore, libero pescatore nel mare salentino. Da un anno e mezzo papà di Andrea.
«Ho sempre desiderato essere padre: avere un figlio è la cosa più bella. La passione per la pesca mi è stata tramandata da papà e da mio zio, fin da quando ero bambino. Quando ho un’ora libera mi piace andare a pesca, in barca o da sub. Amo la pace che c’è, il silenzio. Ma bisogna stare attenti perché con il mare non si scherza, bastano cinque minuti e tutto cambia».