Di Redazione
La vicenda Zaytsev nelle ultime ore ha sollecitato l’opinione pubblica e per fortuna, oltre ai commenti offensivi, sono arrivate subito parole di sostegno e solidarietà nei confronti dello zar.
Anche il Corriere della Sera di oggi tratta la vicenda, con un’interessante intervista in cui Ivan commenta l’accaduto: «In un momento storico particolare, nel quale la questione “vaccini sì, vaccini no” divide e fa discutere, mi è sembrato giusto far sapere la mia scelta: sono un personaggio pubblico, è giusto farlo». Ma invece di un sano dibattito sul piano della cultura scientifica, ecco che sui social si sono scatenati i soliti “haters” che al posto di controbattere con argomentazioni razionali, hanno preferito scaricare addosso allo zar parole forti. Insulti veri e propri, pesanti e stupidi come sanno esserlo quelli di personaggi che si nascondono non raramente nell’anonimato. «Ad esempio hanno scritto che sono pagato dalle industrie farmaceutiche e perfino frasi assurde che auguravano malattie ai miei figli (Sienna ha un fratellino, Sasha, di 4 anni ndr): tanta ignoranza mi preoccupa».
L’azzurro, che guiderà la nazionale ai prossimi Mondiali in Italia, è stato definito addirittura uno “zingaro“: «Ero consapevole che ci sarebbero stati pareri discordi, ma non sarebbe stato un problema confrontarmi con opinioni differenti: i miei genitori mi hanno abituato a non dare peso alle lodi e ad analizzare invece le critiche. L’avrei fatto anche stavolta, ma nel solco della civiltà. Avrei cercato l’empatia nel dialogo per comprendere le ragioni di chi, sulla questione, è contrario. Invece ho ricevuto una montagna di insulti, qualcuno mi ha dato dello zingaro».
La moglie Ashling aggiunge una riflessione: «Da mamma sono delusa della sensibilità di questa gente, soprattutto in relazione alle tragedie vissute da famiglie che hanno avuto un figlio rovinato da una vaccinazione. Però non è così che si risolve il problema: meglio parlarne, magari ricordando che in Africa muoiono a milioni per la mancanza della prevenzione. Il nostro contributo alla discussione è stato di spiegare che avremmo vaccinato i bambini in ogni caso, anche se non ci fosse stato l’obbligo di farlo». Resta l’amarezza per lo scenario generale, ovvero per l’aggressività della rete che, a volte, sa essere tanto scriteriata quanto immatura quando si tratta di argomentare opinioni differenti, ma Ivan, da buon attaccante, ha la risposta pronta anche per chi si nasconde dietro una tastiera: «Chi insulta, spreca la miglior occasione data dall’era di Internet: quella di comunicare».
(Fonte: Corriere della Sera)