NEW YORK – Brutta sorpresa nella notte italiana per Roger Federer agli Us Open, quarta e ultima prova stagionale del Grande Slam. Lo svizzero, numero 2 del mondo e del seeding, è stato eliminato dall’australiano John Millman, numero 55 Atp, nel match che chiudeva il programma sull’Arthur Ashe Stadium: 3-6 7-5 7-6(7) 7-6(3) lo score, dopo 3 ore e 34 minuti di gioco in favore del 29enne di Brisbane, per la prima volta alla seconda settimana di uno Slam.
Per il 37enne campione di Basilea, vincitore di 20 titoli Major, un’altra delusione dopo il ko nei quarti di finale a Wimbledon. Solo un’altra volta in carriera il fuoriclasse elvetico aveva perso con un giocatore fuori dai primi 50 del ranking dopo essersi aggiudicato il primo set: era accaduto contro l’ucraino Sergiy Stakhovsky a Wimbledon nel 2013. Si tratta, invece, della prima vittoria in carriera su un top ten per il 29enne di Brisbane, capace di aggiudicarsi il 51% dei punti da fondo campo (90 su 177) a fronte del 40% ottenuti da Federer, sceso a rete 81 volte nell’incontro.
AMAREZZA FEDERER – “Faceva davvero molto caldo stasera, era una di quelle notti in cui sentivo di non riuscire a prendere aria – si è giustificato il 37enne di Basilea in conferenza stampa post match -. Non c’era alcuna circolazione e per qualche ragione ho faticato con queste condizioni: è una delle prime volte che mi è successo. Ci si trova a disagio. Chiaramente si continua a sudare sempre di più, mentre la partita va avanti e perdi energia mano a mano che si prosegue. Però il mio avversario è stato in grado di affrontare meglio questa situazione. Forse lo ha aiutato il fatto di essere originario di uno dei posti più umidi del mondo, Brisbane. Quando ti senti così e inizi a perdere occasioni, come quelle che ho avuto, in campo diventa frustrante. Fino al punto che ero quasi felice che la partita fosse finita. Non mi vergogno per questa sconfitta, penso solo che queste siano le cose che sfortunatamente a volte accadono”.
FELICITÀ MILLMAN – “Ancora non mi rendo conto di quel che ho fatto – le parole di Millman -, ho talmente rispetto per Roger e tutto quel che ha ottenuto. È uno dei miei idoli, certo oggi non era in una delle sue giornate migliori e io ho potuto approfittare del fatto che lui era quasi senza servizio. Prima di scendere in campo mi sono detto di lottare su ogni punto perché era l’unica cosa che potevo controllare ed è quello che ho fatto”. Con questo risultato il 29enne australiano entrerà per la prima volta in carriera tra i primi 40 del mondo a prescindere dal risultato nei quarti contro Novak Djokovic. “A essere sincero le mie aspettative arrivando a questo torneo erano piuttosto basse. E quando mi sono allenato con Andy Murray sull’Arthur Ashe prima dell’inizio degli US Open ho pensato che sarebbe stata la mia prima e unica volta su questo campo”.
CILIC AI QUARTI – Quarti di finale, contro il giapponese Kei Nishikori, per Marin Cilic, in un remake della finale del 2014 vinta proprio dal croato. Numero 7 Atp e del torneo, il 29enne di Medjugorje ha superato per 7-6(6) 6-2 6-4, in due ore e 24 minuti, il belga David Goffin, numero 10 della classifica mondiale e del seeding, sconfitto per la terza volta su tre sfide. In una partita costellata da tanti errori, anche per via delle difficili condizioni meteo, il belga è andato a servire per il primo set (5-4), ma ha subito il ritorno di Cilic, che ha recuperato e poi al tie-break è riuscito a spuntarla per 8 punti a 6.
Goffin si è poi trovato costretto ad inseguire nella seconda frazione, sventando anche l’opportunità di un doppio break che avrebbe spianato la strada al croato, il quale, salvate due palle per il 3-3, si è issato 4-2 e ha intascato il set senza problemi. Tre break consecutivi hanno aperto il terzo, due dei quali ad opera del finalista degli ultimi Australian Open, che ha gestito la situazione e solo nel decimo game dopo aver mancato due match point ha dovuto cancellare una chance del 5-5, facendo leva sulla potenza della battuta, per poi convertire la terza occasione con un bel diritto incrociato in corsa.
FUORI SHARAPOVA, AVANTI TSURENKO – Nel tabellone femminile Carla Suarez Navarro, numero 24 Wta e 30esima testa di serie, si è fatta un bel regalo di compleanno per i suoi 30 anni centrando per la seconda volta in carriera i quarti sul cemento newyorkese. E lo ha fatto battendo per 6-4 6-3, in appena un’ora e mezza di gioco, la russa Maria Sharapova numero 22 Wta e 22esima testa di serie, sconfitta solo per la seconda volta in sei confronti.
L’ucraina Lesia Tsurenko, numero 36 Wta, dopo aver rispedito a casa Caroline Wozniacki ed aver superato la classica “prova del nove” battendo la ceca Katterina Siniakova, ha fermato anche la corsa della giocatrice più giovane arrivata agli ottavi, l’altra ceca Marketa Vondrousova, numero 103 del ranking mondiale. La 29enne di Vladimirec, ritornata negli ottavi a New York dopo due anni, ha vinto per 6-7(3) 7-5 6-2 dopo oltre due ore e mezza di lotta centrando i suoi primi quarti in uno Slam.