ROMA – Risposte a metà dalla quarta tappa delle Vuelta, la prima con un arrivo in salita – inedito – dopo i 12,4 km (con picchi anche dell’11%) alla Sierra de la Alfaguara. Giornata da gare parallele. Va la fuga di giornata: un drappello inizialmente di nove uomini che esplode sull’erta decisiva. La vittoria va allo statunitense Ben King, un palmares così così (un titolo Usa su strada, una tappa al criterium internazionale, una al Giro della California), decisamente arricchito dalla prima vittoria in un grande giro. King precede il kazako Nikita Stalnov, un passato da Umerbekov. Niente misteri stile guerra fredda però, solo un cambio di cognome verso quello della madre dopo il divorzio dei genitori. Sono i due più bravi – il terzo è il francese Rolland – di un gruppo di attaccanti che prevede anche Gastauer, Wallays (Lotto-Soudal), Boom, Cabedo, Mate e Bagues.
La lotta per la classifica si chiude più che altro all’insegna delle sensazioni. Partiamo da quella che ci interessa di più, relativa a Fabio Aru. La prova del sardo va archiviata con una sufficienza piena. Su alcuni cambi di ritmo ha sofferto un po’, ma alla fine con la consueta tenacia, unita ad una condizione di forma che sembra all’altezza, si è sempre rifatto sotto arrivando con i migliori. Tra i big, detto che Michal Kwiatkowski, sia pure per una manciata di secondi mantiene la maglia rossa di leader, quello che ha destato miglior impressione è stato Simon Yates. L’inglese poteva anche restare al coperto, ma ha sfoderato una azione un stile Giro, di grande effetto spettacolare. Gli avrà anche fatto perdere energie preziose, ma gli fa anche guadagnare una trentina di secondi. Occhio anche al tedesco Buchmann, che va dietro a Yates e ora bracca la maglia rossa ad appena sette secondi.
Simon Yates ha usufruito del forcing feroce, non dei suoi compagni della Mitchelton Scott, ma dei Lotto Jumbo. Una azione a conti fatti fine a se stessa, se è vero che poi nel momento decisivo gli uomini di punta della squadra olandese (Kruijswijk il meglio piazzato) non pungono. Comunque l’azione è di quelle che fanno selezione. Tra quelli che cedono praticamente subito, oltre e Zakarin e Mollema, anche Vincenzo Nibali. Ribadiamo quanto detto: per lo Squalo, reduce dal brutto incidente al Tour, l’appuntamento con la terza settimana. Pretendere adesso brillantezza non avrebbe senso.
ORDINE D’ARRIVO
1. Benjamin King (Usa, Dimension Data) in 4h33’12”
2. Nikita Stalnov (Kaz, Astana) a 0’02”
3. Pierre Rolland (Fra, EF) a 0’13”
4. Luis Angel Mate (Esp) a 1’08”
5. Ben Gastauer (Lux) a 1’39”
6. Jelle Wallays (Bel) a 1’57”
7. Oscar Cabedo Carda (Esp) a 2’24”
8. Simon Yates (Gbr) a 2’48”
9. Emanuel Buchmann (Ger) a 2’50”
10. Miguel Angel Lopez (Col) a 3’07”
12. Alejandro Valverde (Esp) a 3’13”
13. Michal Kwiatkowski (Pol) a 3’15”
14. Nairo Quintana (Col) s.t.
24. Fabio Aru (Ita) s.t.
62. Vincenzo Nibali (Ita) a 11’04”
CLASSIFICA GENERALE
1. Michal Kwiatkowski (Pol, Sky) in 13h47’10”
2. Emanuel Buchmann (Ger, Bora-Hansgrohe) a 00’07”
3. Simon Yates (Gbr, Mitchelton) a 00’10”
4. Alejandro Valverde (Esp) a 00’12”
5. Wilco Kelderman (Ned) a 00’25”
6. Jon Izaguirre (Esp) a 00’30”
7. Tony Gallopin (Fra) a 00’33”
8. Nairo Quintana (Col) s.t.
9. Steven Kruijswijk (Ned) a 00’37”
10. Enric Mas (Esp) a 00’42”
15. Fabio Aru (Ita) a 00’47”