In mezzo ad un eccesso di venti mediatici sportivi, la prima semifinale della Supercoppa italiana prende il via al nuovo PalaLeonessa di Brescia. Una formazione nuova di zecca come l’Auxilium, senza voler ritornare a tutto il prestagionale complesso contro una formazione che nella continuità tecnica di Buscaglia, ma anche di Forray, Flaccadori ed Hogue esordisce con una importante variazione di approccio e con tanti nomi nuovi.
Come a febbraio, la Fiat Torino piazza il colpo a sorpresa. Tutto quello che è ordine, scelte, organizzazione in riva al Po è (quasi) inesistente come prima della Coppa Italia dove addirittura il secondo era stato promosso per arrivare a Firenze con un head coach, e sappiamo come è andata. Larry Brown è Larry Brown, ma il resto del timing è quello di allora. Gli interpreti però sono strepitosi, Wilson è giocatore di altro pianeta, Cotton una mano calda stupefacente, James McAdoo appena avrà imparato le birbate della vecchia Europa, sarà la rivelazione di questa stagione. Trento gioca la sua onesta gara, è in ritardo come quasi sempre sono le squadre di Buscaglia a fine settembre – statistiche insegnano – e il fatto (positivo) della bella prestazione di Andrea Mezzanotte, lungo con la tripla facile, la dice di gran lunga quanto siano in ritardo su questo appuntamento i suoi ben più famosi compagni.
Brown gioca una pallacanestro davvero essenziale, con tanto campo aperto e tanti uno contro uno. La pallacanestro semplice di chi si ritrova al campino, e l’Aquila per buona sorte gli va dietro. Dopo 5′ quasi inguardabili (5-4 Torino), le due squadre rompono il ghiaccio grazie soprattutto a Poeta e Cotton che cominciano a produrre fatturato. L’Auxilium trae vantaggio da qualche canestro fortunoso e dall’atletismo con cui ricava una buona quantità di liberi (11/16 all’intervallo) e praticamente senza tirare da tre punti tanto che Cotton ci riuscirà solo in chiusura di secondo quarto con una cinquantina di secondi sul cronometro. Con Pascolo in panchina solo a fare numero, Buscaglia cerca di girare tutti i suoi, ma il suo basket più strutturato non è ancora molto efficace e sono i “senatori” Forray e Flaccadori, alla fine a rendere di più. 19-11 il primo quarto, con Torino che nei secondi 10′ si porta sul filo del +10 costante, con un McAdoo perno della difesa piemontese e Carlos Delfino inutilizzato. 40-30 all’intervallo.
Buscaglia riotrna in campo spiegando ai suoi di stringere in difesa. L’area si fa intasata e aumentano le difficoltà della Fiat: Mezzanotte trova la tripla del -4 50-46 al 27′ che riporta l’Aquila a contatto. Bene perché l’intensità si alza, ci sono diversi canestri con cui Trento va ai secondi finali mantenendo il piccolo svantaggio con la penetrazione di Forray 52-48 prima e rosica un altro punto nell’ultimo suo possesso con Hogue. Restano una manciata di secondi, Poeta ha l’ultimo tiro ma la tripla sorvola il ferro inutilmente. Al 30′ c’è partita piena sul 55-52.
Ultimo quarto con McAdoo che sale in cattedra per quasi tre minuti, prima che il fischio inesistente su una stoppata su Jovanovic e il tecnico per proteste facciano quarto e quinto fallo sul 61-58 con 7’20” da giocare. La reazione dei suoi compagni è straordinaria: break 9-2 con Brown che gioca i tre piccoli (Taylor, Poeta e Cotton) con Rudd e Wilson e Buscaglia che chiama timeout sul 70-60 con 5’20” sul cronometro. Sale in cattedra Wilson, un cavallo di ritorno di livello superiore, cerca di rispondergli il serbo Jovanovic, ma non c’è spazio per un recupero. Con Gomes e Marble ancora abbastanza indietro, la Dolomiti Energia arriva al finale di gara spuntata e col fiato abbastanza grosso, e contro una Torino che nell’ultimo quarto piazza una statistica come 11-2 nei rimbalzi i titoli di coda arrivano prima dell’ultimo minuto. Il giovane Mezzanotte piazza una tripla e si chiude la contesa con l’ 81-72 finale.