Danilo Gallinari sorride mentre spiega con una frase efficace perché nonostante lo strapotere di Golden State negli ultimi quattro anni – c’è sempre qualcuno che pensa ancora che Adam Silver abbia brigato in favore dei Cavaliers nel 2016 – sia più incerto il campionato NBA che la serie A di calcio italiana. Promosso leader dei Clippers e finalmente recuperata una buona salute, se una sconfitta all’esordio non fa primavera come una rondine, l’ala italiana vede la sua squadra come la sorpresa stagionale della Lega. L’intervista di Lopes Pegna su La Gazzetta dello Sport.
Leader per investitura di Doc Rivers. Lo stesso ruolo importante che ho già avuto anche a Denver. Giocherò più spesso da ala forte che da tre, Tobias Harris occupa una posizione simile alla mia, per cui ci possiamo scambiare i compiti. Non ci sono troppe differenze. Si tratta di occupare spazi diversi, fare qualche blocco in più e marcare altri giocatori. In alcune rare occasioni in attacco potrò fare il centro.
La trade per Butler. Voci. Di cui ho letto sui giornali. Ce ne saranno fino alla finestra di febbraio. Ma il mio agente non mi ha detto nulla, anche se da giocatore Nba so che devo essere pronto a qualsiasi evenienza.
Se funzionano difesa e attacco sarà playoff. Vero. Ma dovremo farlo per 82 gare. La concorrenza a Ovest è tostissima. Ormai sono due conference molto sbilanciate. E con LeBron James ai Lakers c’è un’altra pretendente al ballo finale. Però averlo in città è stimolante: una sfida in più.
Come fermare i Warriors. Non c’è risposta. Però è più probabile trovare un anti-Warriors che un’anti-Juve (ride). Direi Houston, ma attenzione a Boston.