La partita della AX Echange di ieri sera in Lituania ha messo in mostra una formazione affaticata, ancorché sempre più capace di eseguire i piani tattici del suo allenatore che non ha mai fatto vedere in campo dei giochi semplici da eseguire ma ha presentato un basket piuttosto sofisticato, che richiede applicazione e una buona dose di intelligenza cestistica oltre ai mezzi fisici.
Della fatica avevamo già scritto nel commento alla gara ieri sera (qui), e vediamo che gran parte della stampa si ritrova stamani con la stessa opinione. Di solito le formazioni di Pianigiani vanno nel periodo di crisi tra fine anno e fine gennaio, quando soleva fare i richiami in palestra, ma è evidente che stavolta si è preferito anticipare la preparazione per una partenza lanciata – e i frutti sono stati giustamente colti: l’Olimpia ha recuperato status e rinvigorito l’entusiasmo dell’ambiente, così che l’oceano dei critici a prescindere pare diventato il mare della tranquillità sulla Luna!
Adesso c’è una settimana per recuperare, perché domenica non ci sarà l’impegno di campionato. Il calendario dell’EuroLeague non ha piazzato due incontri infrasettimanali per l’occasione, ma fondamentalmente il club dovrà ringraziare la finestra di qualificazione alla World Cup di Cina 2019, che ha fermato i calendari dei campionati nazionali. Dopo averne parlato male in tutti i modi – non è una critica diretta alla dirigenza Olimpia ma la constatazione di un esercizio di poco stile generale dell’ambiente di riferimento – è paradossale essere salvati in corner così dal povero Baumann…
L’occasione è quella giusta per ricordare a tutti che i giocatori giocano troppo e troppo ravvicinato. Farà cassa, certamente, con i diritti televisivi e la pubblicità, con i palazzetti pieni. Ma Datome e Melli, Gallinari e Belinelli nell’anno solare 2018 quante partite hanno giocato in Nazionale sul totale con il loro club? Conosciamo personalmente tanti aficionados dell’EuroLeague che snobbano la stagione regolare della NBA perché non produce spesso un grande basket, ha troppe gare con risultati scontati, ha poco gioco di squadra (di fatto il training camp è troppo breve per sviluppare una chimica di gruppo) ed è troppo dipendente dallo strabordare fisico di questo o quell’altro giocatore. Giusto la strada su cui si è incamminata EuroLeague…