L’allenatore della Nazionale azzurra e della Vanoli Cremona ha tenuto la scena rispondendo ieri pomeriggio in un camp basket allestito in Piazza Fiera alle domande del pubblico: «Da allenatore non ho mai avuto a disposizione centri dominanti un po’ perché una volta costavano molto e un po’ perché sono un fan del gioco rapido. È una pallacanestro divertente ma dispendiosa, necessita di un playmaker di buon livello che diriga le operazioni e di un’ottima condizione atletica».
Per la squadra azzurra l’allenatore di Altamura non pone limiti. L’esperienza insegna. «Chi avrebbe mai puntato sulla Slovenia allo scorso campionato europeo? – ha domandato sarcastico al pubblico – Ci saranno squadre di alto livello ma se miglioriamo la nostra fase difensiva abbiamo buone possibilità. Ho a disposizione giocatori che fanno canestro con facilità ed uno staff importante, i presupposti sono ottimi».
Sognare non costa nulla. Nella speranza che di pari passo con i risultati della Nazionale cresca anche l’intero movimento cestistico italiano, a partire dai settori giovanili. La ricetta di Meo Sacchetti prende spunto dalla sua stessa esperienza. «Mi sono innamorato della pallacanestro guardando in TV un match fra Pesaro e Napoli – ha raccontato alla folla raccolta in piazza – prima giocavo a calcio in porta, poi ho iniziato a tirare il pallone con le mani all’interno di un cerchio disegnato dal glicine nel cortile di casa. Ai ragazzi che mi ascoltano voglio dire solo una cosa: d’estate, quando andate al Campetto a giocare, fate in modo che il pallone si consumi a forza di essere palleggiato sull’asfalto».