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Ike Udanoh, centro statunitense naturalizzato nigeriano, è il simbolo della Red October Cantù allenata da coach Evgeny Pashutin in questo avvio di campionato. Soltanto due le partite di Serie A disputate – troppo presto dunque per trarre un primo bilancio – ma il 29enne nativo di Detroit, dopo una buona preseason, ha già largamente dimostrato di essere un punto di riferimento per i compagni di squadra, sia in campo che fuori. Un leader vero, non soltanto per la virtuale fascia di capitano.
Udanoh, alla prima stagione in LBA dopo le esperienze in Serie A2 con le maglie di Ferrara e Mantova, ha ben poco dell’esordiente: in due gare giocate contro due grandi squadre come Avellino e Trento, 16 punti, 10 rimbalzi e 6.5 assist di media per 36 di valutazione, numeri impressionanti se rapportati alle avversarie di alto livello ed al ruolo in campo dell’afro americano. Perché gli 8 rimbalzi contro l’Aquila Basket Trento, per un centro, sono davvero tantissimi. D’altronde questo era, fin da subito, il piano di coach Pashutin: un centro “undersized” come Udanoh (202 centimetri) capace di portare palla come un playmaker e, qualora ce ne fosse bisogno, di servire anche qualche assist ai propri compagni. Due partite non sono niente ma le premesse per una stagione “top” ci sono tutte per l’ex giocatore di Astana.
Contro la compagine trentina il lungo ha fatto registrare una partita da sogno: 13 punti, 13 rimbalzi, 8 assist, 6 falli subiti, 9/9 ai liberi e 40 di valutazione in 35’ di impiego, risultando ampiamente uno dei migliori giocatori del secondo turno e venendo eletto MVP dai tifosi secondo un sondaggio social ufficiale da parte di Legabasket.
