TORINO – Il resoconto della stagione passata, il saluto a Marotta e Mazzia, la risposta alle accuse mosse dalla puntata di lunedì scorso di Report. Il discorso del presidente della Juventus, Andrea Agnelli, pronunciato all’Assemblea degli Azionisti della società bianconera, è iniziato pochi secondi dopo le 10 di questa mattina, abbracciando argomenti spinosi e altri gioiosi. A partire dai fatti riproposti dalla puntata di Report sul bagarinaggio, sui rapporti tra la Curva Sud e la ‘ndrangheta, sull’ingresso dello striscione su Superga in occasione del derby del 2013: “La Juve rispetta alla lettera la legge e non accetto altre insinuazioni. Inoltre D’Angelo non ha fatto entrare striscioni ‘canaglia’, come li definisco io”. Rigetta con forza le accuse, dal bagarinaggio ancora attivo nonostante la condanna, all’accusa di aver acconsentito all’introduzione di striscioni contro la tragedia di Superga, che ha provocato la reazione del Torino e del suo presidente, Urbano Cairo. “Una trasmissione televisiva ha riportato l’attenzione su fatti acclarati in ogni sede: la Juventus è stata sanzionata dalla giustizia sportiva per aver venduto biglietti superiori al limite dello stadio, limiti imposti dalla legge Pisanu, e aver fatto entrare striscioni all’interno dello stadio”. A tal proposito nel corso della trasmissione Report è stata mossa l’accusa da parte degli autori ad Alessandro D’Angelo, il Security Manager della Juventus, di aver acconsentito all’ingresso di striscioni sulla strage di Superga durante il derby del 2013 per scongiurare lo sciopero del tifo: “Il nostro security manager non ha mai fatto entrare striscioni allo stadio sulla tragedia di Superga. Non lo dico io ma lo prova la sentenza della corte d’Appello del 22 gennaio 2018. I responsabili sono stati consegnati alla giustizia e sono rei confessi. Anche grazie ai sistemi di sicurezza messi a disposizione dalla Juventus. Ogni altra considerazione deve essere ritenuta falsa, perché non tiene conto dei fatti, delle prove e delle sentenze”.
CRISTIANO E IL VENTO DEL CAMBIAMENTO – Nonostante il bilancio approvato non abbia al suo interno i costi dell’affare dell’anno, Cristiano Ronaldo è stato necessariamente uno degli argomenti e dei cavalli di battaglia di Agnelli. “Sapere che il più forte ha scelto la Juventus è motivo di grandissimo orgoglio. Avere Cristiano con noi aiuterà a ottenere gli obiettivi prefissati”. Tra i quali anche “consolidare la posizione della Juventus come potenza economica e sportiva, crescendo come importanza in Cina, Sud Est asiatico e Stati Uniti”. Cambiamenti in campo ma anche nella governance, mantenendo la stessa struttua: “Ci saranno sempre tre pilastri, cioè servizi, ricavi e sport. In parte le competenze di Marotta sono state riportate al cda, poi saranno ridistribuite a uno o più membri”. Circa le accuse di violenza sessuale rivolte al portoghese:”Sono molto sereno avendogli parlato appena il caso è emerso, guardandolo negli occhi. Ed il suo atteggiamento nelle settimane successive non può che confermare questa posizione iniziale. Siamo qui per aiutarlo e sostenerlo come facciamo con tutti gli uomini e le donne della Juventus che sappiamo si sono comportati in maniera corretta”.
CALCIOPOLI, POLISPORTIVA, STADIO – Nella carrellata di domande e considerazioni degli azionisti, Agnelli ha risposto anche su argomenti come lo stadio, la polisportiva, ma anche Calciopoli, andando in controtendenza rispetto alle richieste degli azionisti di riaprire la questione: “Pensarne sempre, parlarne mai” ha chiuso ogni discussione il presidente della Juventus. “Calmierare i prezzi in trasferta non dipende dalla Juventus, c’è poco da fare se non capire che siamo uno strumento per le altre società. Il secondo stadio non è allo studio e l’ampliamento dell’Allianz Stadium non è possibile, se sarà, sarà un altro stadio. Sul campionato a 18, fa parte del ragionamento del ribilanciamento delle competizioni nazionali e internazionali e deve coinvolgere tutta Europa. Un armonizzazione che non porti a giocare un numero diverso di partite a seconda della nazione di appartenenza, per non ritrovarsi a maggio con 10 partite in più nelle gambe per qualche squadra”. Agnelli ha anche chiuso alla creazione di una polisportiva – “no, al momento non c’è apertura agli altri sport” -, intervento rafforzato dalle parole del Chief Revenue Officer della società, Giorgio Ricci: “Come ha detto il presidente le maglie da basket sono una pura operazione commerciale – ha spiegato Ricci -. Siamo molto sensibili all’allargamento verso nuovi target, come gli appassionati di altri sport”.
SALUTI A MAROTTA E MAZZIA – Un’assemblea che sarà ricordata a lungo, visto che ha rappresentato l’uscita di scena ufficiale di Marotta e Mazzia, ringraziati da Agnelli anche per aver formato i professionisti di domani in bianconero, tra cui anche Fabio Paratici, la risorsa interna al quale verranno assegnati i compiti precedentemente svolti da Marotta.
“Abbiamo deciso di rinnovare la leadership, cambiare prima che sia necessario farlo – ha spiegato il numero uno bianconero -. Ma prima è doveroso un ringraziamento ai due amministratori delegati uscenti, Aldo Mazzia e Giuseppe Marotta. Parlare di Marotta come professionista del calcio rischia di essere riduttivo. La sua carriera nel calcio, che dura da 40 anni, la capacità, la conoscenza, sono stati strumentali per la crescita di questa Società. Anche a lui dobbiamo un caloroso ringraziamento e un applauso”. Anche per la crescita dei professionisti “sotto il loro operato, la capacità di far crescere futuri professionisti che possano prendere il loro ruolo”: ecco perché “si è scelto di ridistribuire le mansioni in parte a chi già ricopriva un ruolo apicale e a chi fa già parte del Consiglio. Ci sarà quindi una nuova generazione di leader cui affidare la Juventus”. Chiudendo questa sezione con una citazione per Repubblica e l’introduzione dell’articolo pubblicato mercoledì dopo la partita di Manchester: “L’Elite europea è una cerchia ristretta di cui la Juve fa parte stabilmente”. Questo non potrà che essere sul campo il nostro obiettivo, mantenere ciò per cui abbiamo lavorato in questi anni”.
LA CHAMPIONS, L’EUROPA LEAGUE E LA TERZA COPPA – “La Champions non cambierà almeno fino al 2024, mentre in Europa League serviva un cambiamento: trasformarla a 64 squadre o creare una terza competizione. Si è scelta quest’ultima strada”. Nel suo discorso Agnelli ha toccato temi comuni, come la creazione di una terza coppa europea, decisa nell’ultima riunione dell’Eca. “L’obiettivo era allargare la partecipazione, verranno sviluppati i formati commerciali e si potrà andare sul mercato. Questo è stato un enorme sforzo per l’Eca” ha proseguito Agnelli, spostando poi l’attenzione sulle riforme interne, sul cambio di mentalità e sulla riduzione a 18 squadre del campionato di serie A: partirà da Micciché e Gravina la pacificazione del calcio italiano, dai nuovi presidenti della Lega e della Figc che avranno il compito e l’obiettivo “di far crescere il movimento, trionfare in Champions League ed Europa League e alzare di nuovo al cielo la Coppa del Mondo”. Obiettivi ambiziosi, difficili da raggiungere visto la crescita parallela degli altri campionati, ma passeranno dalla strada “dell’armonia, con una visione strategica di insieme, senza eliminare la componente degli sfottò al bar, ma abbandonando l’odio. Nel calcio si sta divulgando un sentimento generale di odio contro qualcuno o qualcosa ed è nocivo per la società”. Come il conflitto in atto tra Fifa e Uefa: “I rapporti con la Fifa sono tesi, segue un suo percorso. La mia ferma convinzione è che, se abbiamo come obiettivo rivedere il calendario, non si può cominciare dalle competizioni principali”.