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Italia – Se Sacchetti e Tanjevic non si sopportano, e Menetti andrà alla sperimentale…

Italia - Se Sacchetti e Tanjevic non si sopportano, e Menetti andrà alla sperimentale...

E a me? “A te niente”. Perché? “Perché sei brutto e cattivo”. Ma non mi metto a piangere. In verità non ho mai chiesto un centesimo alla Lega del basket o a nessun altro per il mio blog di successo. La libertà di scrivere non ha prezzo: mi dicono e io anche ci credo. Però il rischio di passare per fesso è molto elevato: questo è poco ma sicuro. E comunque la satira oggi è in disgrazia. Più che mai nello sport. Mentre gli adulatori del basket di regime crescono a vista d’occhio e si dividono la torta da bravi cuochi per chiuderli entrambi. La Federazione invece regala viaggi, vitto e alloggio al seguito della nazionale e così nessun inviato si è meravigliato se di nuovo Boscia Tanjevic è rimasto giù dal charter. Stavolta per Danzica. Non sarà mica che MaraMeo Sacchetti non lo vuole tra i piedi? Non riesco nemmeno pensarlo. Anche perché sabato sera Boscia era al Taliercio a vedere la NextGen Cup assieme ad Alessandro Guidi, che è il vice di Gregor Fucka nell’under 16 azzurra, ed era parecchio chiuso di naso. “Non vorrei essermi beccato l’influenza con tutte le cose che ho da fare prima di Natale. Compreso il viaggio a Istanbul per la solita visita di controllo di fine anno”, mi ha confessato. Ma non per questo all’intervallo di Venezia-Trento under 18 ha rinunciato a fumarsi il suo toscanello al cioccolato amaro. Però è pure vero che lui, magnifico tiratardi, è scappato in albergo a dormire un secondo dopo che l’Aquila di Alessio Marchini con la supervisione di Tomas Ress, è volata molto più in alto dell’ambiziosa Reyer di Alberto Buffo, ragazzo d’oro e juventino doc. Peccato se anche padovano. Ho in verità tante cose da dirvi che nessuno vi racconterà mai. Anche belle. Come questo torneo giovanile tra i sedici club di serie A organizzato dalla Lega in quattro sedi. Che avrà il suo epilogo a Firenze a metà febbraio durante le Final Eight di Coppa Italia. Peccato che come sempre la manifestazione sia stata venduta male da Mamma Rosa che l’avrà anche pubblicizzata mercoledì nell’inserto sponsorizzato proprio dalla Lega di Egidio Bianchi, ma l’ha poi abbandonata a se stessa nel fine settimana. Di modo che i palazzetti che hanno ospitato i quattro gironi (di quattro squadre ciascuno) erano sugli spalti più  vuoti delle casse di Cantù. Che Giannino Petrucci vuole ad ogni costo salvare e magari fa anche bene, ma ha sbagliato ad accettare l’iscrizione al campionato di una società che si sapeva sommersa dai debiti e che non so come la Commissione tecnica di controllo, ComTec o come cavolo si chiama, abbia potuto giudicare più trasparente delle acque del Mediterraneo che bagnano l’isola di Cipro. Dove Dimitri Gerasimenko si è rifugiato da un paio d’anni per non fare i conti con il fisco russo e non soltanto con questo. A cosa serve poi la ComTec? Ho per curiosità osato domandare. E uno solo mi ha soddisfatto nella risposta: “Ha la funzione della foglia di fico”. Tutti gli altri invece muti come pesci e più insabbiatori degli struzzi. Fatto sta che la Lega ha destinato quest’anno alla stampa oltre mezzo milione d’euro per un piano di comunicazione, come lo definisce il presidente Bianchi, che ha accontentato molti editori e qualche giornalista di riflesso di cui non è però bello fare i nomi e i cognomi. A meno che non mi si tiri per i capelli. E pure la Federazione ha dato alla causa il suo contributo di centomila euro senza voler sapere in quali tasche siano poi andati a finire. Nelle mie non di certo. Ma adesso lasciatemi vedere la nazionale dei due Sacchetti in Polonia che, come ho scritto con tutti i dovuti particolari nello Scacciapensieri d’oggi, non mi è stato concesso di seguire prima. Mentre comincia Atalanta-Napoli e non so più cosa guardare. Ma vi voglio ancora dare questa notizia che ho nel cassetto da qualche giorno e che ho invano sperato che mi fosse bruciata sotto al naso. Perché ho pranzato lunedì scorso ai Galli di Roncade, fantasticamente viziato da Monica e Carlo, e vi giuro che ho parlato di tutto ma non di questo con il diretto interessato. Al punto che in un primo momento non volevo crederci che me l’avesse taciuto, ma poi ho capito che tra moglie e marito non ci si può sempre dire tutto. Né ho avuto bisogno della conferma di Tanjevic perché più lo tengo distante dalle scelte di Sacchetti e meglio stiamo. E meno litighiamo. Che tanto gli argomenti non ci mancano anche per fare le tre di notte chiacchierando d’altro. Ebbene, per farla breve, Max Chef Menetti, oggi a Treviso, sarà dalla prossima estate il cittì della nazionale sperimentale che è già stata allenata da Luca Dalmonte con Simone Pianigiani e da Artiglio Caja (tre volte in Cina) e dallo stesso MaraMeo. Al quale di lavorare a cavallo di luglio e agosto con quel caldo boia è ormai passata la voglia. Come forse anche di star dietro alle lune e ai capricci di Belinelli e Gallinari. Ma questo è tutto un altro discorso che è troppo lungo per essere affrontato adesso.


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