Micov, top-scorer con il Cska
Nessun dramma, ovvio. La sconfitta interna con il sinora imbattuto Cska Mosca per 85-90 non può e non deve certo minare le ambizioni dell’Olimpia Milano di poter distinguersi in quest’edizione di Eurolega non solo per le maglie dalle grafiche di tendenza. Continuare la corsa rimanendo nel gruppo delle migliori 8 è in altre parole un obiettivo di certo perseguibile, anche se la sfida contro i russi ha messo in evidenza diversi pregi come anche alcuni aspetti da rivedere…
I “sì”
Il carattere. Sfruttando anche l’effetto Forum (meno che con l’Efes, ma comunque sempre in 9.356 sulle tribune), la squadra di coach Pianigiani è riuscita a giocarsela alla pari con il Cska, senza mostrare complessi di inferiorità. Anzi, l’Armani è apparsa addirittura sfrontata per lunghi minuti del terzo periodo, in cui ha raggiunto anche un illusorio +13 (64-51). E anche quando ha subìto il rientro di Higgins (top-scorer con 23 punti) e compagni, l’Olimpia è comunque riuscita a rimanere in partita (80-80 al 38°), sfaldandosi di fatto solo negli ultimi due giri di lancetta anche e soprattutto per una questione di tenuta fisica.
La fisicità dei lunghi. Sempre più sicuro dei suoi mezzi, Arturas Gudaitis ha superato brillantemente anche “il test di Hines”: 16 punti e 7 rimbalzi in 24′, con l’aggiunta di 7 falli subiti e 2 stoppate (quasi irriverente una su Rodriguez), sono un ottimo tabellino per il lituano contro una squadra fisica come il Cska, a partire appunto dal suo tostissimo mini-centro. Ma decisamente positivi in termini di energia e presenza nel pitturato sono anche stati i 16 minuti scarsi di Tarczewski (8 punti, con 4/4, più 4 rimbalzi), mentre Brooks ha afferrato ben 13 palloni “volanti” (di cui 5 offensivi) contribuendo in modo decisivo a far vincere ai suoi la sfida sotto i tabelloni: 39 infatti i rimbalzi totali per Milano, 31 per il Cska.
La mano di Bertans. Partita in sordina, la guardia lettone ha trovato il suo temporaneo high europeo (16) nella vittoria sul Khimki e ha ritrovato la doppia cifra contro il Cska (12, con 3/3 da oltre l’arco), dando anche un buon contributo difensivo. Ma soprattutto si sta mostrando sempre più capace di interpretare quel ruolo di specialista che gli ha riservato coach Pianigiani: l’uomo giusto, nel posto giusto, per il tiro giusto. In attesa che rientri Nedovic a dargli… man forte.
I “no”
Le forzature di James. Che il folletto americano non abbia timore a prendersi i tiri decisivi lo racconta la sua carriera e lo dimostrano le due recenti e consecutive magie che hanno dato all’Olimpia due vittorie importanti contro Khimki ed Efes. Ma avere personalità significa anche saperla gestire nell’arco dei 40 minuti: troppe invece le forzature di James (16 punti, con 5/10 da due e 1/9 da oltre l’arco), specie nel tentativo di rompere gli equilibri nell’ultimo quarto. E anche i 12 assist non lo salvano dalla critica di voler un po’ troppo spesso risolverla da solo, anche perché al fianco non gli mancano compagni altrettanto freddi quando la palla scotta. A partire da Micov, top-scorer biancorosso con 24 punti (molti dei quali auto-prodotti con autentici colpi da biliardo), che nel finale non può vedersi scaricare solo la palla per la tripla dell’85-90 a giochi ormai chiusi.
L’Ufo Kuzminskas. Ha tutto il talento e le doti fisiche per essere un extraterrestre dell’Eurolega, ma tante volte Mindaugas finisce solo per essere un oggetto non identificato sul parquet. Come nel match contro il Cska, in cui fa registrare la miseria di 2 punti (e 3 palle perse), senza mai riuscire a dare un minimo contributo alla squadra. 6 punti e 3.8 rimbalzi in 18′ sono le sue attuali medie in Eurolega (9.2 punti e sempre 3.8 rimbalzi quelle in Campionato), ma certo devono essere migliorate per il bene dell’Olimpia. E rimane il dubbio del perché, specie nelle serate “no” di Kuzminskas, non possa alzarsi dalla panchina Christian Burns: darebbe più fiato a Brooks in posizione di 4 (in cui ha brillato la scorsa stagione a Cantù) e magari toglierebbe anche un po’ di pressione allo stesso lituano.
I minutaggi “over”. La scelta di coach Pianigiani, oltre che legittima per ruolo, è anche chiara: fatti salvi alcuni giocatori-chiave, c’è un’Olimpia per il Campionato e una per l’Eurolega. Ma la scelta di utilizzare solo 8 giocatori anche contro il Cska, quattro dei quali con minutaggi stakanovisti (32′ per Brooks e Bertans, 35′ per Micov, quasi 40′ per James), ha sì contribuito a tenere sempre in partita l’Olimpia, ma ha finito per pagare dazio nel punto a punto finale, quando soprattutto in difesa le gambe di alcuni hanno ceduto nelle azioni decisive. Alle quali i top-player del Cska (30′ per Higgins, 29′ per De Colo, 23′ per Clyburn, 22′ per Hines e Rodriguez) sono invece arrivati con un filo di benzina in più per vincere un match che ha visto coach Itoudis utilizzare tutti i 12 a referto. Con il rientro di Nedovic si allungheranno certo le rotazioni anche per l’Armani, ma guardare ancora un po’ più in fondo alla panchina potrebbe rivelarsi una buona mossa per arrivare anche il più in fondo possibile a questa Eurolega.
Paolo Corio