Nella vittoria sull’Efes decisiva la tripla di James ma anche la prestazione del lituano, lottatore come Kenney
Gudaitis contro l’Efes.
Negli anni Settanta non era il capiente Forum, ma il glorioso Palalido. E non era nemmeno la ricca Eurolega, ma l’ormai relegata agli annali anche se altrettanto tosta Coppa delle Coppe (vinta dall’Olimpia nel 1971 e 1972). Ma allora come oggi a Milano c’era un “Arturo” a presidiare l’area e spolverare i tabelloni: il primo era Arthur Kenney, ragazzone d’oltreoceano dalla scarmigliata chioma rossiccia, il cui nome di battesimo venne subito convertito in italiano dai tifosi dei Simmenthal per sottolineare il senso di appartenenza di quello scatenato yankee alla squadra e alla città. Per origini (è lituano) e look (un taglio di capelli da bravo ragazzo che pare scolpito con il pettine) Arturas Gudaitis è il suo esatto opposto, ma per atteggiamento sul parquet può ormai essere considerato il secondo “Arturo” della storia delle scarpette rosse.
Se nella vittoria all’ultimo respiro sull’Efes Mike James, in una serata da 4/20 al tiro, è risultato ancora una volta il giocatore d’azzardo capace di pescare la tripla per far uscire la combinazione vincente (81-80, proprio come con i 3 liberi di una settimana prima contro il Khimki), Gudaitis è stato il fabbro che ha forgiato la vittoria colpa dopo colpo. Nei 25’ in cui è stato tenuto sul parquet da coach Pianigiani, non c’è stata un’azione in cui il centrone lituano non ci abbia messo mani, fisico e carattere per mettere a referto la seconda doppia doppia consecutiva in questa stagione di Eurolega (13 punti, 11 rimbalzi, di cui 6 offensivi), con l’aggiunta di 3 palloni recuperati e un’intensità difensiva che gli ha fatto stravincere il duello con Dunston (8 punti in 23’ di gioco) come con Pleiss. Un’intensità dall’una e dall’altra parte del campo degna dell’altro “Arturo” e che i 10.154 del Forum (altra interessante statistica per il club di Armani) non hanno esitato a riconoscere tributandogli un lungo applauso già a metà del terzo quarto, al momento di un cambio con Tarczewski (8 punti, 4 rimbalzi in 15’).
L’altro “Arturo”, quindi. Altro anche rispetto a quello, comunque determinante nella conquista dello scudetto 2018, visto nella scorsa stagione: un Gudaitis con più personalità e maggiore sicurezza nei propri mezzi, alla quale certo contribuisce la presenza al suo fianco di compagni di squadra ai quali non difetta certo l’autostima (a partire da Micov, 14 punti e migliore per valutazione contro l’Efes, e James, ma anche Brooks e Jerrells). Un altro “Arturo” che anche le prime statistiche stanno iniziando a delineare: 10.3 punti e 6.3 rimbalzi in 29 partite le medie della scorsa Eurolega, la sua prima a Milano; 12.2 punti e 7.3 rimbalzi quelle delle prime cinque giornate di questa stagione europea, dopo le quali figura anche come il migliore in assoluto per tiri liberi guadagnati (30) e realizzati (24, 5/5 anche contro la squadra di coach Ataman).
Definite le gerarchie con Tarczewski, il prossimo obiettivo deve essere ora ovviamente quello di mantenere intensità e prestazioni per tutta la stagione. Con il più duro dei test in arrivo già il prossimo 8 novembre, quando con la super-corazzata Cska Mosca arriverà sul parquet del Forum anche la coppia Hines–Hunter. Ma anche con una certezza: se Arturas, alias “Arturo”, ci metterà di nuovo l’anima oltre che la tecnica come accaduto dalla vittoria al Pireo con l’Olympiacos in poi, gli applausi arriveranno comunque ancora una volta. Magari anche dal suo omonimo d’oltreoceano.
Paolo Corio