Dopo la 10^giornata di campionato il Presidente del Gruppo Stanchi Athena, Giancarlo Munari, uno dei fondatori del club di Montesacro, ha fatto un punto della situazione sulla prima squadra impegnata nella serie A2. Una serie arrivata il 14 luglio in seguito all’accettazione della domanda di ripescaggio inoltrata dal club di via Papini. E che da quel pomeriggio ha messo in moto una specie di rivoluzione.
Presidente Munari qual è la sua valutazione dopo dieci giornate?
“Onestamente credevo che avremmo fatto meglio. Abbiamo le giocatrici giuste, uno staff tecnico all’altezza, una società che si sta organizzando sempre di più giorno dopo giorno. E’ evidente che ci manca qualcosa, forse a livello fisico-atletico. Ma ci stiamo lavorando, stiamo incrementando questo tipo di lavoro e sono certo che miglioreremo. Sono contento di una cosa: il gruppo c’è ancora e se possibile è ancora più forte di prima. Temevo che dopo un inizio così difficile potesse esserci qualche problema in questo senso invece no, e questo mi rende speranzoso. Certo alcune partite ero convinto che le avremmo vinte, a Cagliari per esempio, ma mi sbagliavo clamorosamente. Sono convinto che andremo a crescere anche perché mi pare che – salvo 5 o 6 squadre davvero inarrivabili – con le altre possiamo giocarcela“.
Rispetto a 24 anni fa quando lei, Veronica Capponi, Mauro Casadio, Cinzia Vannucci, Patrizia Zelli ed Angelo Lauri avete fondato Athena, cosa c’è di diverso, a parte gli anni, nella vostra visione del mondo della pallacanestro?
“Noi all’epoca siamo partiti per fare qualcosa di diverso rispetto a quello che c’era in giro. Credo che ci siamo riusciti e vogliamo continuare così. I risultati sono arrivati perché ce li siamo guadagnati ma li abbiamo sempre dovuti misurare con le risorse economiche. Oggi che siamo in A2 sento parlare di un progetto per la A1 e mi viene da sorridere affettuosamente: perché no tra due anni ma intanto stabilizziamoci qui dove siamo che non sarà una passeggiata. Poi certo perchè non provare il salto? E’ un pò lo stesso discorso che facevamo quando eravamo in serie C o in B in fondo, un passo alla volta. Anche perché dobbiamo fare in modo che ci ci mete i soldi abbia sempre lo stesso entusiasmo che ha adesso.E dobbiamo crescere anche come società”
Vista dal tavolo degli ufficiali di campo dove lei siede la serie A è così diversa rispetto a ciò che vedeva fino a qualche mese fa?
“No. Non così diversa. Intanto è sempre pallacanestro. E quindi è sempre bellissima. Gli arbitri e gli ufficiali di campo sono sempre le stesse figure. Certo l’impegno, la tensione, l’attenzione sono diverse, come ho già detto ci vuole maggiore preparazione nell’organizzazione delle partite e nelle trasferte. Vedo squadre molto forti, giocatrici molto forti ed esperte, alcune più brave ed esperte delle nostre. Ma è lo sport. E’ la serie A“.
Il suo modo di fare il Presidente è cambiato?
“Un pò sì. Non fosse altro per il fatto di dividere certe responsabilità e decisioni con Edoardo Stanchi. Con il quale magari a volte parliamo “dialetti diversi” ma sempre l’italiano quindi ci capiamo perfettamente. E siamo sempre più in sintonia e le cose funzionano sempre meglio. Io sono molto contento di questo e lo ringrazio della sua disponibilità e del suo entusiasmo. Le nostre due esperienze diverse ci aiutano molto e quando c’è sintonia non è difficile andare d’accordo. In questo modo sono certo che tutta la nostra società crescerà bene e nei tempi giusti”.