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    Hackett: “Lo scudetto e mi godo gli ultimi giri, è stato un grande viaggio”

    Daniel, con la vittoria a Milano, terza su 4 con l’Olimpia, che messaggio manda la Virtus?
    «Come ha detto coach Scarolo è una buona iniezione di fiducia per una buona prova su un campo ostico, ma rimane una partita con poco peso. Possiamo mantenere il fattore campo nei playoff , ma non farei salti di gioia, resta stagione regolare e le gare che contano saranno più in là».
    Cosa vi è mancato in Eurolega?
    «La continuità ad alto livello. Siamo stati altalenanti, frenati anche un po’ dagli infortuni. E forse ci è mancata un po’ di caparbietà nell’andare a prendere 2-3 vittorie, la differenza è poca tra i playoff e restare fuori».
    La Virtus non ha la licenza, merita la conferma in Eurolega?
    «Assolutamente sì, la presidenza e la società hanno fatto un lavoro di grandissima qualità per mettere i giocatori nelle condizioni di esprimersi al meglio e hanno off erto un prodotto importante, portato tante gente al palasport. Sono ottimi spunti per meritare la wild card, anche se a livello politico non so come valuteranno e non voglio entrarci. Ma la squadra ha lottato, ha reso onore al nome Virtus. Se c’è possibilità non vedo perché non debbano offrirci la wild card».
    Giocare a fianco di Teodosic?
    «Milos mette quasi soggezione a osservarlo e viverlo ogni giorno. Rischi di incantarti per l’abilità di andare a ritmi e in posti originali con la palla. Bisognerebbe filmarlo, è unico. Poi ci mette grande carisma, leadership. Odia perdere, lo dimostra, si fa sentire. Sta dando tanto a Mannion a Pajola, anche a me. Migliora i compagni».
    A che punto è della carriera?
    «Basta guardarmi in faccia, Mannion mi ha fatto il mazzo in allenamento e sono pronto per andare a letto. Bando agli scherzi, vado per i 36: è stata una bella cavalcata, so di essere agli ultimi giri e quindi ogni opportunità di vincere e migliorare, essere sul campo a sbattermi è una gioia. E la prendo con gratitudine. Ringrazio anche il fisico che mi permette di giocare tante partite al ritmo frenetico di Eurolega. Sono felice di dove sono e di come vanno le cose. Sinceramente non guardavo così lontano in carriera, ma se ora mi volgo indietro, il tempo è volato».
    La Virtus ha tanti esterni.
    «L’abbondanza c’è, dobbiamo essere pazienti e maturi nel capire i momenti della stagione, sacrificare a volte il proprio per il bene della squadra. E non è semplice, non ci sono minuti per tutti».
    Com’è il campionato italiano?
    «L’ho ritrovato a un ottimo livello. Tanti giovani interessanti, la Nazionale che sta avendo ottimi risultati: non è arrivata la medaglia ma è sotto gli occhi di tutti che c’è del buono su cui lavorare. E aver portato negli ultimi anni in A fuoriclasse, fa bene al basket».
    Argomento Nazionale. Capitolo chiuso del tutto?
    «Si è parlato spesso di Hackett in Nazionale e anche in modi un po’ particolari. Non ho voluto per tanto tempo rilasciare dichiarazioni in merito, né voglio alzare polveroni. Però l’ho detto tempo fa: ho preso il telefono e mi sono messo in contatto con il presidente Petrucci per cercare di trovare un accordo. Ho parlato con Pozzecco, siamo in contatto e il presidente mi ha chiesto di aspettare, quando ci sarà un incontro. Da lì capiremo come muoverci, non voglio aggiungere parole di troppo. Cerco di rispettare il momento».
    A Bologna, come si vive?
    «Città stupenda per la famiglia stupenda, di giusta grandezza, la cultura culinaria è stellare, la passione di Basket City emoziona quando scendi in campo. Ero un po’ preoccupato viste le mie radici pesaresi e il mio passato. Però spero che i tifosi apprezzino il mio modo di sbattermi per la squadra e per vincere».
    Cosa chiede alla vita, da papà?
    «Essere papà, crescere Victoria (6 anni) e Liam (3 a giugno) è un bel lavoro, tiene molto occupato e con molte responsabilità. Cerco di fare il meglio, un giorno alla volta. E di curare qualche lacuna personale, di essere una persona migliore e anche un giocatore che lima le cose da somaro».
    Quanto è importante lo scudetto. E un bilancio senza?
    «Dobbiamo provare a riprendere lo scudetto. Dopo mille gare vuoi essere a festeggiare a giugno. Per ora darei un 7 meno-meno. I meno per la Coppa Italia sfumata e qualche gara persa in Eurolega con ampi scarti, qualche strafalcione. Il 7 perché era il debutto in Eurolega, abbiamo vinto la Supercoppa e siamo primi in A. Bisogna darsi un pacca sulle spalle». LEGGI TUTTO

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    EuroCup, Trento cade sul più bello. Brescia vince senza patemi

    La Dolomiti Energia Trentino perde l’ultimo treno per i playoff di EuroCup fermandosi sul più bello dopo il grande successo sul Buducnost che aveva rimesso tutto in gioco. Nello scontro diretto con l’Amburgo, la squadra di coach Molin esce sconfitta per 89-87, nonostante i 21 punti di Spagnolo. Poco più di un’amichevole invece per la Germani Brescia, già qualificata al prossimo turno e impossibilitata ad agganciare i primi quattro posti, e il fanalino di coda Cedvita Olimpija, già eliminato, battuto con il punteggio di 84-82. LEGGI TUTTO

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    Eurolega, Fenerbahce-Olimpia 75-82: vittoria dei rimpianti per Messina

    ISTANBUL (Turchia) – Nel recupero del match di Eurolega, saltato il 10 febbraio per il terribile terremoto che aveva colpito Turchia e Siria, l’Olimpia torna a vincere, piegando il Fenerbahce quinto in classifica per 82-75. Successo meritato per la squadra di coach Ettore Messina, che ha sofferto solo nel secondo quarto, ma che poi trascinata dallo scatenato Napier. Resta per il grande rimpianto del ko di Madrid con il Real che ha interrotto la striscia di sei vittorie conescutive rovinando la vertiginosa rimonta dell’Armani verso i playoff. LEGGI TUTTO

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    Pasquini, gm di Sassari: “Dopo 12 anni conosciamo la pazienza”

    Pasquini, in una stagione segnata da infortuni e guai avete vinto le ultime 8 e 10 su 13. E tutto cambiando un centro ex Nba come Onuaku con il comprimario Deshawn Stephens che lei aveva portato nell’A2 a Cagliari. Può spiegarci?

    «La situazione è molto semplice. Nonostante i risultati noi vedevamo il grande lavoro di qualità di coach Bucchi con un gruppo che lo seguiva, ragionando con positività. Dodici anni di vissuto comune in società ci permettono di analizzare la realtà con equilibrio».

    Perché tutto si è sistemato con Stephens?

    «Il basket è più semplice di come lo facciamo. Io cerco giocatori che abbiano la voglia e l’entusiasmo di giocare a Sassari. Che vivano l’opportunità e capiscano il ruolo. Cercavamo uno simile a Diop, perché con quell’assetto facevamo bene. Diop è molto attivo, ha mani e piedi rapidi, aiuta benissimo nei cambi difensivi. È giocatore di pick and roll e permette di avere buone spaziature. Con Stephens le stesse soluzioni. E i nostri tiratori ne hanno giovato. È anche un gran difensore. A Sassari vogliamo questi giocatori, magari partiti dal basso. Come Dowe e Jamal Jones. A questo aggiungiamo i ragazzi e i veterani della panchina che lavorano e incitano sempre anche quando non giocano. E se entrano danno tanto. Due esempi: Raspino e Chessa».

    Anche la femminile è quarta.

    «Situazione diversa. Il primo anno ci siamo salvati dopo una stagione difficile, il secondo meglio. Quest’anno c’è stata una crescita agevolata dall’aumento di straniere. E in Usa grazie alla competenza di coach Antonello Restivo peschiamo giocatrici che poi raggiungono l’alto livello europeo. Penso a Burke nel 20-21, Shepherd ora a Venezia. E sarà lo stesso per Joyner Holmes. Ma ci siamo anche resi conto che il vero salto sarebbe stato con una italiana di alto livello e Carangelo sta giocando una stagione notevole, da vera leader. La femminile sta conquistando spazio e pubblico, contro la Virtus c’erano 1.000 spettatori. E contro una potenza pareggiata solo da Schio, le nostre sono state a più 9 e poi in gara fi no all’ultimo».

    Pensa che la nostra proposta di un evento congiunto con i maschi, la Coppa Italia a Torino, possa aiutare il basket femminile?

    «Sì, da non esperto ho scoperto che il basket femminile è bello, ben giocato, offre ciò che appassiona il pubblico, squadre che si sbattono e si buttano a terra su ogni pallone. Emozione».

    Diop di recente ha detto che quando sarà italiano sarà disponibile per la Nazionale. Lui così legato all’origine senegalese. Una bella notizia.

    «Ousmane ha compiuto grandi progressi, è maturato. È italiano di formazione, ma per lui sarebbe un ulteriore passo. E sono convinto che quando diventerà italiano, il ct Pozzecco che lo stima, non se lo lascerà sfuggire».

    Ha visto Milano-Virtus? Sono proprio fuori portata.

    «Sì, e abbiamo visto solo un quadro parziale perché finora sono state impegnate in Eurolega. Sono le più forti e lo scudetto che come nei due anni passati dipenderà dalla loro condizione del momento. Certo la Virtus ha fatto una grande cosa a vincere senza Teodosic».

    E il resto del campionato?

    «Io vedo qualità, scelte interessanti, Tortona più lineare e non ha avuto le coppe, Venezia ha enorme potenziale, sarà interessante vedere Varese quando la palla sarà più pesante. Pesaro è rinforzata con Austin Daye e Brindisi è in grande condizione, dal ritorno di Harrison ha perso solo con Milano. Noi siamo pronti a giocarcela. Anche la lotta salvezza è molto interessante, che manterrà la tranquillità». LEGGI TUTTO

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    Nba, brillante successo dei Lakers contro Orlando

    NEW YORK (Usa) – Nella notte italiana è andata in scena un’altra giornata del campionato di basket Nba. I Los Angeles Lakers hanno battuto gli Orlando Magic 111-105 grazie all’ottima prova di Austin Reaves, che mette a segno 35 punti meritandosi il titolo di Mvp della serata; Sesta sconfitta consecutiva per i Magic nonostante i 21 punti di Banchero e Wagner. I Milwaukee Bucks superano i Toronto Raptors per 118-111: decisivo lo strappo nell’ultimo periodo con un parziale di 15-2. I padroni di casa sfruttano l’ennesima prova eccellente di Giannis Antetokounmpo che infila 22 punti conquistando 13 rimbalzi e fornendo 10 assist: prestazione impeccabile.
    Gli altri risultati
    Cadono ancora in casa i Portland Blazers che vengono sconfitti dai Los Angeles Clippers per 102-117: decisiva la prestazione di Paul George che chiude con 29 punti, 9 rimbalzi e 4 assist trascinando la successo la formazione ospite. Vincono in trasferta anche i Miami Heat che colgono un prezioso successo a Detroit per 112-100, e i Pelicans che grazie a una prestazione maiuscola di Brandon Ingram e C.J. McCollum vincono a Houston contro i Rockets per 117-107. San Antonio conquista il successo nel finale contro Atlanta per 126-118: nel quarto quarto i padroni di casa trovano un parziale di 16-0 e ribaltano una partita che gli Hawks avevano condotto per lunghi tratti. Oklaoma Tunder coglie una preziosa vittoria per il post season contro i Thunder Phoenix per 124-120. Successo esterno per i Denver Nuggets che vincono a Brooklyn per 108-102. LEGGI TUTTO

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    Basket, la Virtus vince il big-match con l'Olimpia e si prende il primato

    MILANO – Derby d’Italia anche al Forum d’Assago dove Olimpia Milano e Virtus Bologna, dopo una stagione condotta a braccetto, si sono giocate il primo posto nello scontro diretto. Hanno avuto meglio le V Nere di Scariolo, che si sono imposte per 75-69 sull’Armani di Messina, conquistando la sfida più attesa ed al contempo il primato in graduatoria con due lunghezze di vantaggio sui meneghini. 12 punti per Marco Belinelli ed 11 a testa per Tornike Shengelia e Nico Mannion, mentre ai Campioni d’Italia non sono bastati i 20 punti di Billy Baron ed i 16 di Shabazz Napier. LEGGI TUTTO

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    Pippo Ricci: “Matematica sì, ma a canestro c’è l’emozione”

    Ricci, sta per discutere la tesi. Ce l’ha fatta, dottore.«L’appuntamento è il 31 marzo, sono ultime settimane di fuoco e con in mezzo un bel po’ di partite. In realtà sono contento: pensare alla tesi mi toglie un po’ di pressione nel basket. A casa stacco».

    Al contrario di molti ragazzi per cui lo studio è la maggior pressione. Argomento della tesi?«Geometria differenziale: parlo di alcune superfici particolari che si auto intersecano. E riesco alla fine a fare un collegamento col basket. Queste superfici hanno pinch point, un punto in cui si incontrano diverse linee e si possono creare molte variabili. E anche il pinch post nel basket (sul gomito dell’area nel lato debole, ndr) offre mille possibilità. Vedo una relazione».

    Come si può giocare a basket e fare studi complessi sullo spaziotempo?«Non c’è segreto: per mia forma mentale ho sempre pensato a un passo per volta e una cosa alla volta, provando a dare il meglio, organizzando la giornata, dedicando tempo ad altro e poi al basket. E dormendo tanto, è fondamentale il sonno, il riposo. Sono molto contento di essere riuscito a organizzarmi per non impazzire molto: non troppo basket né troppo poco. Per quanto lo sport sia prevalente».

    Non bastasse, è impegnato nel sociale.«E di questo sono davvero contento. Devo ai genitori, ai loro insegnamenti, l’amore per l’Africa e per gli altri. Ora posso essere d’aiuto e ho fondato l’associazione Amani Education odv: cerchiamo di costruire una scuola secondaria a Kisaki nel Singida, Tanzania. L’idea è nata da un viaggio la scorsa estate, il sogno di quei bambini è studiare, lo dicono, sanno quanto sia importante, ma non possono. Io devo dare qualcosa indietro, nella vita: organizzo anche eventi, sensibilizzo».

    In palestra non è visto come un alieno? E com’è la quotidianità?«Io spero mi stimino, sono sempre Pippo che ride e scherza e dà l’anima tutti i giorni in allenamento. Nella quotidianità provo ad avere una scala di priorità. A volte non ci riesco, la mia fidanzata Slvia dice che dimentico un sacco di cose. Le rispondo che faccio tante cose».

    Tra queste c’è giocare. E c’è Milano-Virtus, per lei speciale.«Partita importante, in un momento chiave della stagione. Per me non come la altre. Avrò emozioni e motivazioni in più, ma vogliamo vincere. Se ci riusciamo mettiamo un bel mattone sul primo posto. Siamo in momento positivo, pur avendo perso con il Real. Siamo stati sfigati quest’anno, ci siamo un po’ persi, disuniti. Però adesso stiamo bene, riusciamo a coinvolgerci, ci sono gerarchie più chiare, ci troviamo. Non dimentichiamo le 9 sconfitte consecutive in Eurolega, i mesi con troppi alti e bassi, ma l’obiettivo è farsi trovare pronti. Bello ci sia il sold out: Milano merita una domenica emozionante».

    Colpa degli infortuni?«Dirlo sarebbe come cercare alibi, io non l’ho mai fatto. Ognuno avrebbe potuto dare qualcosa in più. Abbiamo cambiato tanto, sono arrivati giocatori nuovi con caratteristiche diverse. Però siamo stati bravi a raddrizzare il raddrizzabile. Due mesi fa sembra una vita fa».

    A fine stagione poi, un breve riposo e i Mondiali.«Un sogno. Ho fatto Europeo e Olimpiadi, ma ricordo quando sono stato tagliato all’ultimo giro prima della Cina 2019. Ora mi sento una pedina importante, però non do niente per scontato».

    Ripensi agli inizi. Si aspettava tutto questo?«Col cuore in mano dico no. Ma quando vivi il momento non lo cogli appeno. Per esempio mi arrabbio di aver perso un’occasione a Madrid. A fine carriera invece credo che penserò di aver giocato contro il Real. Per me vale di più, visto il cammino. Ma sento di non avere fatto ancora il 100».

    Nel basket i numeri contano. Dunque il basket è matematica?«No: ci sono angoli, movimenti, parabole, rotazioni, però il fattore emotivo vale quasi il 100 per cento. Puoi preparare la partita in ogni dettaglio, alla fine c’è l’emotività, tutto fuorché matematica. Però la matematica mi aiuta». LEGGI TUTTO