Non gioca dallo scorso giugno a Stoccarda Nick Kyrgios, ma nell’ultimo periodo il discusso talento australiano fa notizia quasi ogni giorno con dichiarazioni e annunci da prima pagina.
Nel podcast On Purpose il nativo di Canberra è assai dubbioso sull’opportunità di tornare a giocare. Da un lato sente di aver ancora qualcosa da dare in campo, ma dall’altra il suo corpo e la sua testa danno segnali inequivocabili di una fine molto vicina. “Se dipendesse da me, onestamente non vorrei più giocare a tennis. Ho ancora tanto da dare ma, non mi sento di poter giocare ancora a lungo. Sono esausto, mi sento esaurito, ho già subito tre operazioni nella mia carriera. Ho 28 anni e quello che ho sempre desiderato è mettere su famiglia, non provare dolore ogni giorno. Ogni giorno quando mi alzo, sento dolore quando cammino. È una situazione piuttosto difficile”. Una dichiarazione che spiega ulteriormente la sua decisione di saltare anche l’edizione 2024 degli Australian Open. Il ginocchio operato nei primi mesi del 2023 non sembra tornare al 100% e questo complica terribilmente il proseguo della sua carriera che, nel 2022, aveva raggiunto l’apice con la finale a Wimbledon.
Oltre a quest’aggiornamento sulle proprie condizioni, Kyrgios spara a zero sulla parità salariale tra uomini e donne. Mentre nel mondo c’è un ampio movimento a favore di una totale parità di prize money nei tornei WTA con quelli ATP, secondo Nick non è affatto giusto che le donne vengano ricompensate quanto gli uomini, visto che il loro impegno in campo – soprattutto negli Slam – non è paragonabile. Così Kyrgios al magazine The Athletic: “Ho giocato quattro ore agli Australian Open, poi Svitolina è entrata sullo stesso campo, ha giocato circa 40 minuti e siamo stati pagati entrambi allo stesso modo“. Parole queste che alimenteranno un dibattito già assai acceso…
Mario Cecchi